Parlo, anzi, scrivo da imprunetina, nata e cresciuta in questo paesello ma soprattutto scrivo da rionale.
Recentemente sono state tante le chiacchiere e le discussioni riguardanti il rione rosso del nostro paese che al momento risulta senza una sede che io però preferisco chiamare “casa” perché mettetela come vi pare, durante il mese di Settembre quel luogo non è una sede, non è un cantiere, non è un posto ma è una vera e propria “casa”.
Non si tratta del mio rione, lo sapete, io ho il cuore verde da sempre ma non implica nulla in questo frangente perché il problema che ha colpito il rione delle Fornaci, riguarda comunque anche gli altri tre, anche se non sono stati tirati in causa in modo diretto, non possono far finta di niente procedendo non curanti di questa situazione, anche perché è proprio il caso di dire “oggi a loro, domani a noi“, nessuno escluso.
“La Festa dell’Uva è a rischio“, quando ho letto queste parole ho provato una strana stretta allo stomaco. Dolore? Un pochino. Tristezza? Tanta. Delusione? Parecchia. Rabbia? Infinita.
Fermatevi un attimo, chiudete gli occhi ed immaginate anche solo per un misero secondo di trascorrere il mese di Settembre senza quel clima magico, senza quei quattro colori, senza quell’indescrivibile emozione che ci regala ogni sacrosanto anno la nostra festa. La sentite quella brutta sensazione? Ecco.
La Festa dell’Uva è nata dai quattro rioni, è questo quartetto che la porta avanti con tanta forza e con immenso orgoglio visto che dall’esterno non ci arriva nemmeno mezzo aiuto, né morale né economico, e se un rione è a rischio per quanto mi riguarda, non è neanche lontanamente pensabile di poter sfilare in tre, un puzzle non lo puoi finire se ti mancano mezzi pezzetti, un dolce non lo fai senza tutti gli ingredienti, un dipinto non lo porti a termine se non hai a disposizione tutti i colori ed una tela e così vale anche per la Festa dell’Uva.
La cosa che mi fa letteralmente imbestialire è l’immenso menefreghismo da parte dei “piani alti”, li chiamerò così anche se di “alto” non c’è nulla, c’è solo tanta bassezza, comunque, io capisco tutte le complicazioni dato che al giorno d’oggi purtroppo tutto risulta complicato, capisco le beghe, le leggi, le controversie e tutto quello che vi pare ma non tollero che dopo tanti e tanti anni questi quattro rioni siano ancora totalmente in balia di loro stessi. Per come la vedo io è inaccettabile, sono il punto forte di questo paese, porca miseria.
Le capocce che stanno ai “piani alti” sono in DOVERE di mettere questa festa nelle priorità del nostro paese per tanti motivi, a partire dal fatto che potrebbe seriamente essere una fonte impressionante di guadagno, di turismo, di conoscenza, di idee, d’iniziative, per non parlare poi del rispetto che dovrebbero portare nei confronti di una tradizione che ha più di 90 anni e dei rionali che danno anima e corpo, inventandosi di tutto e di più per portarla avanti, per difenderla a spada tratta e per autofinanziarsi, argomento non da poco. Ed invece? Nulla. Chi se ne frega.
Vedo in giro tanti paeselli come il mio che coccolano le proprie sagre mentre per quanto riguarda la nostra festa che è meravigliosa e non lo dico solo perché la vivo da 28 anni ma perché lo è a tutti gli effetti, non fanno altro che sabotarla, ci complicano la vita mettendoci bastoni enormi tra le ruote. Provo tanto sdegno.
Siamo tutti precari, le Sante Marie probabilmente saranno le prossime a non avere una casa, il Sant’Antonio forse per ora è l’unico che può tirare un piccolo sospiro di sollievo ma chissà, noi del Pallò abbiamo una situazione a dir poco clamorosa tra le mani, ci siamo comprati il terreno coi nostri soldi e non lo possiamo minimamente utilizzare e le Fornaci adesso sono addirittura senza una vaga e misera sede, bella roba.
Continuate così, fate morire questa festa così poi l’Impruneta la possiamo mettere in un angolino del mondo a prendere polvere. Per la miseria, accendete il cervello, rimboccatevi le maniche, cercate qualche soluzione anche se sono scomode per voi ai “piani alti”, mettetevi in gioco e lottate per questi quattro rioni invece di provare continuamente a demolirli.
Ai rionali dico solo che la competizione dev’essere viva e frizzante durante il mese di Settembre ma quando ci sono questi problemi ci dovrebbe essere molta più unione e solidarietà, quando un rione zoppica gli altri tre dovrebbero almeno provare a mettergli una stampella, a prescindere dal colore, dalle simpatie e dalle antipatie.
Siamo potenti separatamente, immaginatevi quanto potremmo esser forti tutti e quattro uniti a lottare per la nostra amata Festa dell’Uva.