Il mio caro paesello in questi giorni ha dovuto aprire velocemente il suo profondo armadio di legno antico e si è dovuto mettere una bella sciarpona di lana, un cappello con la papalina, i guanti e i calzini doppi. Il freddo è arrivato (finalmente!) e la mattina tutto il paesaggio è meravigliosamente ghiacciato, un velo bianco copre tutto quanto, sembra una capiente spolverata di zucchero a velo su di un buonissimo dolce. Durante il giorno poi il sole picchia in modo insistente, fino a far sciogliere tutto, fa riprendere fiato alla vegetazione per qualche ora ma poi quando arriva il momento di rintanarsi nelle proprie case, così fa anche il nostro amico sole e tutti gli alberelli e le piante tornano ad intirizzirsi di nuovo, impotenti e succubi della ghiacciata notturna.
Vorrei soffermarmi su un dettaglio, che poi tanto “dettaglio” non è ma ho notato che in queste notti di ghiaccio, il cielo è bellissimo.
Provo a descrivere l’immagine che Madre Natura ha regalato ai miei occhi: un cielo completamente pulito, senza nuvole, senza colori strascicati, senza scie di aerei, niente di niente, il suo colore blu/notte è di un’intensità pazzesca, sembra di sprofondarci dentro; tutto ciò decorato da una moltitudine di brillantini, conosciuti col nome di stelle, che danno quel tocco elegante e misterioso a quel cielo invernale che mi ha catturata. A dominare tutto questo ben di Dio c’è ovviamente la Luna, orgogliosa dello spettacolo che sta regalando, fiera di essere nel posto giusto al momento giusto.
Quando a scuola si studia astronomia (materia veramente bella che ti fa scoprire un sacco di cose che sembrano banali), c’insegnano che le stelle sono dei corpi celesti che brillano di luce propria ma è una definizione che a me personalmente non soddisfa; mi piace molto di più la rivisitazione di Timon, la mangusta de “Il Re Leone”, infatti quando il suo compagno di avventure Pumbaa gli chiede cosa siano quei “lumicini” lassù, lui molto sicuro di sé, risponde che non sono altro che lucciole rimaste attaccate a “quella grande cosa nero-bluastra ”, ossia il cielo. Un’interpretazione degna di nota, una spiegazione ineccepibile.
Lasciamo un attimo in disparte la definizione scientifica di cos’è una stella, facciamo invece qualche capriola insieme alla fantasia. Se io vi chiedessi che che cosa rappresenta per voi una stella?
Io penso che le stelle siano un qualcosa di magico che non possiamo toccare perché involontariamente gli leveremmo tutto il loro potere, come se fossero dotate di una polverina magica che le fa brillare ma che non può essere condivisa con nessun’altra creatura o corpo celeste, quindi dobbiamo accontentarci di poterle ammirare. Credo che le stelle siano molto vanitose, a loro dispiace quando il sipario delle nuvole le avvolge non mostrandole a nessuno, tenendole segretamente nascoste ma, quando i tendoni aprono lo spettacolo al cielo sereno, loro danno il meglio, se ne stanno lì, superbe e potenti, come quando i pavoni fanno la loro ruota.
Mi piace anche pensare che siano tutte piccole ballerine dai tutù stracolmi di strass che danzano attorno alla Prima Ballerina indiscussa di questo spettacolo notturno, la Luna.
Se dovessi abbinare un sapore alle stelle, mi viene subito da pensare a quando con la lingua tocchiamo un fiocco di neve, totalmente insapore mi direte, però è magico, è unico e degno di nota. Se invece dovessi pensare ad un odore, allora mi si riempie la mente (e le narici) di quell’inconfondibile profumo di biscotti appena sfornati, caldo e familiare ma pur sempre unico.
Per altri le stelle possono rappresentare i loro cari defunti, per altri ancora magari sono preziosi brillanti, oppure desideri, o sogni, o lucciole come per Timon, o lumicini come sostiene Pumbaa, oppure per coloro che non vogliono tuffarsi nella loro fantasia, sono “solo” dei corpi celesti.
Se stanotte il cielo non è nuvoloso, vi consiglio di aprire le finestre anche se fa freddo, godetevi quello spettacolo senza aver pagato il biglietto, Madre Natura sarà felice di mostrarvelo.