Buon anno lettrici e lettori!
Benvenuto 2025, sii gentile e regalaci tanti sorrisi e… Belle, bellissime letture!
Spero che abbiate cominciato l’anno col piede giusto, propositivi e vogliosi di nuove avventure e diciamolo, anche con una bella lettura tra le mani.
Da anni ormai ho una tradizione tutta mia, ovvero quella di cominciare l’anno con una lettura del mio amato Professore e per inaugurare questo 2025 ho scelto “La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien.
La mia edizione, col testo inglese a fronte, è della casa editrice Bompiani, costa 12.00€ per 234 pagine.
Pubblicato post mortem, è senza dubbio un libro perfetto per gli amanti di Tolkien.
Non è una storia allegra, questo ci tengo a dirlo, quindi se non siete nel “mood” giusto, rimandatelo. Giusto per farvi capire l’andazzo, il significato del nome “Kullervo” significa “ira” e “Wanōna”, sua sorella, si porta con sé il significato di “pianto”. Kullervo è un eroe non eroe, è una figura cupa e triste, diciamo che fa ampiamente parte del team “mai una gioia”. È un orfano a dir poco sfortunato però è un personaggio chiave perché rappresenta il seme di quella che poi sarà la vicenda di Túrin Turambar de “Il Silmarillion”.
“La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien è l’ennesima dimostrazione della potenza di una mente geniale e unica nel suo genere. Quest’opera è stata scritta dal Professore quando era ancora studente all’Exeter College di Oxford tra il 1914 e il 1915.
Tolkien è sempre stato un grande fan delle lingue e della linguistica ed in questo testo si percepisce tantissimo la sua grande passione. In questa storia l’attenzione si sposta principalmente sulla lingua e sulla mitologia finnica in quanto Tolkien ha ridato vita ad un eroe finlandese.
Ha rispolverato il poema epico nazionale finlandese chiamato “Kalevala“, una raccolta di racconti e miti dal quale Tolkien ha preso spunto ed ispirazione per la creazione del mondo di Arda. Possiamo quindi dire che “La storia di Kullervo” è un testo che appartiene al periodo che precede “Il Silmarillion”.
In questa edizione ho gongolato leggendo le aggiunte alla storia come i piccoli saggi, le tante annotazioni del Professore, le svariate informazioni dettagliate relative al Kalevala e a Kullervo. È un testo pieno di curiosità e ricco, come tutti gli scritti di Tolkien del testo. Questa storia è considerata un’opera minore e no, non è avvincente come i suoi pilastri più rinomati però ha una malinconia profonda che riesce a pervadere il lettore dalla testa ai piedi.
Prosa e poesia si mescolano in maniera precisa, cadenzata e calibrata e le vicende drammatiche del nostro protagonista non lasciano il lettore indifferente. Kullervo è fatto di poteri sovrannaturali e di vendetta. Una vendetta mirata verso il padre adottivo ma scoprirà a sue spese che non si può sfuggire al proprio destino.
Per chi è? Indubbiamente per gli appassionati del Professore. Lo reputo un libro piuttosto “di nicchia” in grado di trasportare il lettore in un’altra epoca e dimensione. Che dire, per quanto mi riguarda leggere Tolkien è sempre un immenso piacere, in un certo senso ogni volta che apro un suo libro mi sento a casa ed è una sensazione meravigliosa.
Spero che anche voi abbiate iniziato l’anno con una lettura che vi ha fatto vivere belle sensazioni, io sono felicissima di aver recuperato “La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien, era da un bel po’ che volevo leggerlo.
E dunque amici, anche il primo libro dell’anno è andato, noi ci sentiamo presto e vi auguro buon proseguimento di giornata e… Buona Befana!