Buongiorno lettori e lettrici, senza tergiversare vi dico che ho terminato la lettura di un libro profondissimo. “Sulle orme della volpe” di Jean Désy è un romanzo intenso, che scava nell’anima, si butta al limite di ogni cosa senza paura e inonda il lettore di una sensazione suggestiva difficile da descrivere.
Prima di parlarvi di questo romanzo, ci tengo a ringraziare la casa editrice Lindau per avermi inviato la copia del libro. Tra l’altro finora nessuno aveva mai pubblicato niente di Jean Désy in Italia e… Beh, menomale che questa casa editrice ha fatto questa scommessa, perché l’autore, medico, poeta, scrittore e filosofo canadese, ha una penna veramente degna di nota.
“Vivevo in un villaggio inuit ed ero felice”, l’autore apre così il sipario di questa storia, ci presenta il protagonista, Julien, un medico che ha lasciato la sua casa al Sud per stare nel Grande Nord.
Il motivo? Il disgusto, la totale disapprovazione nei confronti di una società priva di ogni senso umano nella quale regna il consumismo e la materialità della vita. L’essenza non esiste lì, solo in compagnia di sua figlia Marie riesce a dare un senso a tutto. I bambini hanno capacutà e “poteri” unici, si sa.
Decide quindi di trasferirsi in maniera definitiva nel freddo Nord, nella terra degli inuit. Qui il rapporto con la Natura è autentico, quasi sacro. Non vi è falsità ma solo autenticità e tutto si scandisce in base al ritmo naturale.
Nel villaggio dove si è stabilito conduce una vita semplice ma appagante, riprende a esercitare la sua professione di medico ma la mancanza della piccola Marie si fa sentire, tanto da diventare un vuoto incolmabile. Deve rivederla ad ogni costo, parte quindi per un viaggio ai limiti del possibile attraverso la taiga glaciale. E qui mi fermo perché non si fanno spoiler qui, lo sapete.
Parola dopo parola, l’autore ci porta lì, siamo insieme al protagonista in questo viaggio che lo spinge veramente al massimo della sopportazione umana. Il lettore partecipa attivamente, cerca di trovare soluzioni insieme a Julien, lo incita, gli chiede di non mollare, caccia insieme a lui, accende il fuoco in sua compagnia e percepisce il freddo pungente.
È una storia tormentata di un uomo tormentato. E tutto viene meravigliosamente condito da una tormenta di pensieri (scusate il gioco di parole con “la tormenta” ma spero di aver reso l’idea).
Talvolta i pensieri del protagonista s’incastrano in qualcosa di spigoloso, come se il loro fluire fosse interrotto bruscamente da una roccia che ne impedisce il passaggio. E allora lo appesantiscono, lo divorano quasi.
Altre volte il ragionamento è lineare, scorre come un fiume nonostante la sua immensa complessità di significato. Quanto è profonda questa storia, non ne avete idea…
Ci sono tante domande più grandi di noi, si sente la vena filosofica dell’autore che pone al protagonista e di conseguenza al lettore, quesiti esistenziali che attanagliano. Niente è banale in questo romanzo, niente è a caso, tutto è calibrato a sommo studio.
È un testo breve ma credetemi, l’intensità è tanta. L’atmosfera fredda e glaciale fa da sfondo ad un viaggio turbolento, sia fisico che mentale ed emotivo. La Natura, la sua potenza sconfinata, qui si sente tutta. Talvolta aiuta, altre volte è crudele, come se volesse sfidare l’essere umano, vedere fin dove riesce a spingersi prima di mollare la presa.
Ci tengo a dirvi che troverete alcuni pezzi della narrazione estremamente crudi, l’autore non ha peli sulla lingua. Quando il protagonista caccia per sopravvivere le descrizioni sono vivide, precise e non lasciano spazio all’immaginazione.
“Sulle orme della volpe” di Jean Désy è poetico a modo suo e a me, questo suo “modo”, è piaciuto davvero tanto. L’intensità che questa storia emana è potente, suggestiva e rimane attanagliata al lettore. Non è una di quelle storie che si dimenticano facilemente.
Per chi è? Per chi ama le lande fredde, sconfinate. Per chi vuol conoscere qualcosa sugli inuit e su come si vive nel gelo più totale. Lo consiglierei a chi predilige l’avventura “strong”, a chi piace perdersi nei ragionamenti filosofici e a chi ha voglia di una lettura breve ma capace di lasciare il segno.
In conclusione, “Sulle orme della volpe” di Jean Désy mi ha completamente rapita.
Leggetelo, se siete pronti ad intraprendere un viaggio del genere.
È davvero una storia che ha qualcosa di grande da raccontare, fateci un pensierino.
Noi ci sentiamo presto, vi auguro buon proseguimento di giornata cari lettori e care lettrici!
E ricordatevi che leggere, è sempre una buona idea!