Uh, che lettura.
“Mastro Geppetto” di Fabio Stassi edito Sellerio è la favola che non ti aspetti. In realtà è una storia ribaltata, un racconto amaro denso di contenuti. Siamo abituati al classico di Collodi, ad altre versioni con Pinocchio protagonista, ai film e all’intramontabile adattamento cinematografico della Disney che c’ha cresciuti ma qui miei cari lettori, qui l’autore capovolge ogni cosa.
Fabio Stassi coinvolge il lettore dall’inizio alla fine in questo racconto sconosciuto ai più ma che magari viene ancora narrato dagli anziani sulle montagne degli Appennini. Questa volta il riflettore viene puntato su Giuseppe, chiamato da tutti Geppetto, descritto come un uomo solo, triste e povero. Vien voglia di abbracciarlo, credetemi.
Geppetto è un sognatore abbagliato dal desiderio irrefrenabile di genitorialità. Ha un cuore buono, puro e ingenuo e proprio per questo è vittima degli scherni della gente di paese. È proprio attorno al nostro falegname che l’autore struttura l’argomento della diversità, della cattiveria della massa e della più vile derisione.
“Il vecchio somiglia a una di quelle candele che si accorciano un giorno dopo l’altro, ma fino all’ultimo, a osservarle per bene, mandano un pochino di luce. Sta raccontando una storia, e per quanto possa apparire incredibile, nel cerchio di questo camerone, la sua voce è un fiume in piena”.
Il lettore si affeziona alla figura del falegname, cerca di stare lì con lui affrontando in sua compagnia freddo, gelo, miseria, risa meschine, sguardi vili. Si percepisce il magone di questo vecchio falegname. Un magone che diventerà tuo, caro lettore.
La storia non ve la racconto perché avrei paura d’incappare in qualche spoiler ma v’invito a leggerla per avere un altro punto di vista relativo a questa fiaba, Ma anche (soprattutto direi) per riflettere perché vi ritroverete in una dimensione che vi farà provare scomodità, amarezza e rabbia.
Vi verrà voglia di appoggiare la mano sulle spalle curve di Geppetto, di prendere il suo subbuglio emotivo per fare ordine ma la verità è che non potrete far niente di tutto questo se non divorare questa storia “da un soldo”.
La penna dell’autore è originale, descrittiva e sensoriale come piace a me. Le sue parole sono musicali nella loro crudeltà ma d’altra parte racconta una realtà non troppo lontana dalla vita che viviamo. È una storia amara, triste e a tratti meschina. Non è così anche il nostro mondo? Così spietato da far venire i brividi?
Tutto è simbolico e niente è lasciato al caso. La natura c’è e fa da sfondo silenzioso, quasi come se fosse una vecchia amica di Geppetto che lo accompagna nel suo vagare caotico.
E dunque “Mastro Geppetto” di Fabio Stassi ve lo consiglio tanto, ma proprio tanto.
Non è una lettura da fare sotto l’ombrellone però, tenete questo libro lì con voi in attesa dell’Autunno (oddio quanto mi manchi!), non ve ne pentirete.
Buona giornata lettori e buon fine settimana!