Cieli azzurri, giubbotti che si levano, raggi penetranti, aria che cambia.
Mi sa che ci siamo, si sta per aprire direttamente il sipario estivo perché quello primaverile purtroppo non è pervenuto infatti si passa dal piumino alla canottiera, le mezze stagioni non esistono più per davvero.
Questi cambi repentini mi danno sui nervi. Non sopporto passare dal bianco al nero e viceversa in mezzo battito di ciglia. Ogni cambiamento piccolo o grande che sia, avrebbe bisogno dei suoi tempi, eppure questa vita, questo mondo, sembra non volercelo dare. Tutto veloce, velocissimo, difatti corriamo noi e corrono anche le stagioni.
Qualche volta mi soffermo tra i miei campi, respiro insieme alle foglie, le sfioro senza essere troppo invadente e osservo. C’è l’ape che acchiappa bramosa il polline, la nuvola che si sposta, un uccellino che ha deciso di tenermi compagnia col suo dolce canto, una sinfonia leggera che prende i pensieri e li porta altrove, lontani da me. Passa la farfalla dai tanti colori, leggera ed elegante si posa sul fiore e subito riparte poi ecco che un piccola folata di vento smuove i fiori, i rami. Un fruscio che mi arriva all’orecchio, mi fa sorridere. La natura la conosce bene la quiete, altroché. Mi regala ogni volta la sua preziosa vita e semplicità.
Ascolto me stessa seduta sulla terra, certe volte mi sento altre no. Mi guardo dentro, attorno, faccio un sorrisetto. Vivere, viversi, che cosa bella. Non sempre facile ma bella.
Cerco chi non ho più qui con me, ogni tanto lascio andare qualche lacrima, poi sorrido e mi rimetto sul mio cammino di vita.
Non mi piacciono i cambiamenti veloci perché non mi danno tempo di adattarmi, inoltre tutti quanti avremmo bisogno di quella Primavera che non c’è più.
Non sono mai pronta a rimettere nella scatola il mio maglione, quella comodità e vita casereccia che mi regala la stagione invernale.
L’Estate è sinonimo di frenesia, giornate lunghissime, luci forti, ritmi incalzanti e fiato corto. Tutti elementi lontani da me. Lontanissimi.
Non è la mia stagione, si sa. L’accolgo cercando il mio spazio e soprattutto sperando che non ci porti troppi danni, su tutti i fronti.
Siamo pronti ai cieli azzurri? Ai campi che s’ingialliscono e ai colori sgargianti? Mmm. Chissà, io mica tanto ma se c’è una cosa che non possiamo controllare, è proprio il tempo.
I cambiamenti repentini ci fanno vacillare, ci fanno spalancare gli occhi, ci buttano in turbinio di sensazioni contrastanti… i cambiamenti hanno bisogno di tempo per essere elaborati e metabolizzati, voglio il tempo che non posso controllare, voglio un tempo che ingentilisca il cambiamento repentino, così da farmi apprezzare poi i campi che da verdi tramutato il loro colore in un giallo intenso…
Parole di un’antica poesia interiore che condivido dalla testa ai piedi. Lo vorrei tanto anche io quel benedetto (o maledetto?) tempo che non possiamo controllare.