Il vento, che fenomeno interessante. Anzi, l’umore del vento è la sfaccettatura che puntualmente cattura la mia attenzione.
Il vento mi somiglia molto, non piace ai più, è imprevedibile, sa essere dolcissimo e lieve ma anche tremendo e insopportabile. È lunatico, passa da un momento di calma piatta a delle raffiche prepotenti.
Chi lo capisce è bravo… Ma in realtà non può essere compreso del tutto, è il suo bello.
L’umore del vento è strano, variabile. Ci fa visita ogni tanto perché “qualcuno” o “qualcosa“, o semplicemente il “caso“, lo manda sulla Terra per ripulire un po’ la situazione e per farci cambiare aria, in senso letterale. Il vento è aria che si muove ma la sua caratteristica principale è il “come” la muove e questo penso che vari molto a seconda del suo umore.
Probabilmente vi starete chiedendo come il vento possa avere sbalzi d’umore e non posso certo darvi torto, però è così che a me piace pensarla.
Il vento è un grande viaggiatore, instancabile ed inarrestabile.
Quando è rilassato ci regala un abbraccio lieve e caloroso, accarezzandoci delicatamente per intarci a fare qualche respiro profondo. Altre volte è giocoso e fa divertire le nuvole facendole giocare a nascondino col sole. Le fa rincorrere tra di loro a velocità smisurata, che burlone.
Ci ha fatto conoscere anche il suo lato ordinato, infatti spesso ripulisce con intense folate le strade delle nostre città. Crea spazio tra i marciapiedi e nei nostri pensieri, scacciando il vecchio e facendo entrare il nuovo. Al contrario, qualche volta si presenta col suo fare sbarazzino e allora diventa pungente, ci scompiglia i capelli, ci spintona ed è anche un po’ impertinente.
Altre volte invece è così poetico e galantuomo che decide di far ballare le foglie secche, creando dei piccoli vortici per poi terminare il ballo con un meraviglioso casquet.
Ma ahimè, anche il nostro amico vento, come tutti del resto, ogni tanto ci viene a trovare e ci mostra il suo aspetto stizzito e prepotente. Fa muovere le nostre tende, ci fa volare via piccole cose, s’insinua nelle nostre giacche senza essere invitato, scompiglia, crea strani rumori e sibili. Ci fa capire molto bene quando si “alza con la folata sbagliata”, quando si sente arrabbiato e frustrato tanto da diventare violento. Ci sbatte addosso tutta la sua potenza e la sua rabbia, ci urla contro, è tenace e testardo. Spesso non vuole nemmeno farci parlare e ci ruba al volo le parole per non farle sentire agli altri o per portarle con sé chissà dove.
E dunque sì, mi piace pensare che il vento soffi in base al suo umore. La vita è decisamente più interessante se vissuta in modo fantasioso, oserei dire quasi “strampalato“. Le versioni classiche, non fanno per me.
Chissà di che umore sarà la prossima folata…