“Nova” di Fabio Bacà è un libro che mi ha preso in contropiede. Non me l’aspettavo così.
Perchè? Beh, perchè è un libro figo.
Già dalla primissima pagina l’autore mette una pulce nell’orecchio del lettore, ovvero che questa storia sarà enigmatica, probabilmente contorta e piena di picchi.
Di questo libro me ne aveva parlato la mia meravigliosa amica di Milano, il mio grillo parlante, Eleonora (qui il sui blog) e quando lei mi dice “Sil, devi leggerlo” io non ci penso nemmeno un istante, mi fido ciecamente dei suoi consigli. Infatti eccomi qua a dirvi che per l’ennessima volta Ele aveva ragione, ho trovato questo libro veramente geniale, avvincente, dinamico e curioso.
Veniamo catapultati nella Lucca suburbana in una famiglia composta da Davide, il nostro protagonista neurochirurgo, sua moglie Barbara, logopedista vegana ed il figlio adolescente. Pare tutto molto quieto e regolare, niente alti e bassi, la linea della vita scorre senza buche finché Davide non incappa in una “variabile imprevista” che lo riguarda o meglio, che avrebbe dovuto riguardarlo seguita da un incontro che gli sconvolgerà la vita.
La storia si snoda attraverso spunti di riflessione davvero molto interessanti che permettono a Davide, il nostro protagonista, di compiere un’evoluzione da triplo salto carpiato. Gli argomenti che l’autore tira fuori dal cilindro sono tanti e tutti trattati coi guanti bianchi, niente viene lasciato al caso o in sospeso. Si parla di vigliaccheria, dei comportamenti sempre meno civili e pensati del genere umano, della società in cui viviamo (o sopravviviamo?), della violenza.
Attraverso il protagonista arriviamo a porci la domanda: “e io cos’avrei fatto in questa circostanza?” e alla luce del sole, senza bisogno di nascondersi, questo romanzo posa l’accento sulla parte selvaggia e forse più nascosta di noi stessi, sul controllo che abbiamo di noi, sul potere del controllo.
Il filo tensionitivo di questa storia è sempre ben teso, non si allenta mai ed anzi, è crescente.
“Nova” di Fabio Bacà è un romanzo che si divora per il semplice motivo che ad un certo punto della storia, il lettore si ritrova addosso quella smaniosa sensazione del “dover sapere” e allora non ci si stacca più da queste pagine.
Che poi, perché “Nova“? Questo titolo non è a caso amici miei. Da quel che ho capito della scrittura di questo autore, a caso non ci sono nemmeno le pause. “Nova” ha un significato ma per scoprirlo dovrete aspettare l’ultimo capitolo che somiglia a una poesia.
Un romanzo coraggioso che permette all’essere umano di porsi domande, di quantificare se stesso, le proprie caratteristiche. “Nova” di Fabio Bacà piazza la lente d’ingradimento sulla crepa umana e ne racconta l’esplosione o l’implosione, dipende dalla strada che si sceglie d’intraprendere. È geniale questa storia, diversa, stimolante ed eccentrica. La scrittura dell’autore non è semplice, ve lo anticipo, ha bisogno di attenzione perché è complessa in tutta la sua bellezza. Non è un libro da leggere “avanza tempo” ecco.
Chi deve leggere questo romanzo? È per tutti coloro che hanno voglia di cimentarsi in una lettura con gli attributi. Per chi non ha paura di porsi domande e magari d’incappare in risposte scomode. È una storia che non ve le manda a dir dietro, è netta come un taglio di un coltello, è forte e a tratti si sente il “tic tac” della bomba ad orologeria… Un “tic tac” che tutti, a modo nostro, abbiamo nel cervello.
Buona giornata lettori!