“La mente sbagliata” di Francesco Forestiero è una storia senza tempo, senza stagione e senza età.
Siamo in un borgo della campagna calabrese e il lettore viene messo tra due fuochi. Si parla di un’amicizia tra due ragazzi, Claudio e Jacopo e l’autore ci presenta quel tipo di legame che pare indistruttibile, complice, saldo e pieno d’intesa. Ma Claudio non è Jacopo, anzi, forse non è nemmeno come il resto dei suoi compagni di scuola e di giochi. Claudio è “diverso”, la sua mente è “diversa”.
Sarà proprio questa sua peculiarità a far traballare il loro legame, a catapultare quest’amicizia su delle montagne russe dalle quali pare impossibile scendere. Anzi, forse quando si trova il modo di scendere da questo sali/scendi, è già troppo tardi.
L’autore parla al lettore in maniera diretta; “La mente sbagliata” è narrata in prima persona, quindi vediamo tutto attraverso gli occhi del nostro giovane protagonista, ne sentiamo i pensieri e tutto quel turbinio di emozioni. Questo fa sì che si crei una grande empatia tra personaggio e lettore.
La sua introspezione, diventa la nostra.
Si tratta di un romanzo molto cerebrale, il fattore psicologico, l’analisi dei nostri giovani protagonisti non manca e ci si affeziona a Claudio, alla sua “mente sbagliata”, ai suoi pensieri. Ci si ritrova a voler sussurrare al nostro protagonista di non pensarle certe cose, di non affogare in un bicchier d’acqua e di non farsi prendere da certe sensazioni perché l’amicizia è il legame più prezioso al mondo.
L’autore disegna perfettamente quella linea mai liscia e mai perfetta che divide l’animo fanciullesco da quello adolescenziale e poi adulto. Come si vive quando ci si porta dietro una decisione amara, scomoda? Come mutano i nostri pensieri?
Una decisione che pare una macchiolina ma che giorno dopo giorno tesse fili neri che si attaccano ai pensieri, ai ricordi, alle sensazioni.
Gli argomenti che l’autore tratta tra le pagine del suo romanzo sono tanti, celebrali e doverosi di attenzione. Più volte il lettore dovrà fermarsi per riflettere sul nocciolo della vita, sull’essenza e sull’essenziale, su quei momenti che ci sfuggono sempre troppo velocemente dalle dita. Ad un certo momento di vita, dovremmo tutti rieducare noi stessi.
Anche se si pensa di avere una “mente sbagliata” forse dovremmo trovare il modo di perdonare noi stessi. Indietro non si può tornare ma possiamo sempre plasmare il “come” vivere il tempo futuro.
“La mente sbagliata” di Francesco Forestiero è un libro che va letto fino all’ultimo paragrafo per capirne l’essenza, per scoprire la sua vera linfa. Se avete voglia di fare un viaggio introspettivo che vi porterà inevitabilemnte a porvi delle domande, questo è il libro che fa per voi.
Ringrazio nuovamente l’autore per la fiducia e per avermi regalato una copia del suo bambino di carta.
Buona giornata lettori, alla prossima!