Oggi polemizzo, ve lo dico in anticipo.
Si è appena concluso Halloween e sento già Jingle Bells in sottofondo. Spoiler, il tempo brucia ma no, non è Natale! Novembre non è portatore sano di lucine, addobbi e regalini.
Polemizzo perché il mondo è sempre in anticipo, vive di tempi bruciati… È già Natale nei supermercati, nelle pubblicità, nei centri commerciali… Ma perché?
Odio, odio, odio.
È tutta una furia, tutto un correre, tutto un bruciare tempi, attimi e momenti.
A Novembre non ci dev’essere l’albero di Natale, i Panettoni, i festoni e Babbo Natale che zompetta di qua e di là.
“Marketing Silvia, si chiama marketing” dice il grillo parlante nella mia testa.
Sbuffo.
Lo so che è marketing, pubblicità e tutto quello che volete ma non è bello, non è giusto, le tradizioni non devono correre come se fossero sulla slitta trainate da renne impazzite, giusto per rimanere in tema. Ogni momento ha la sua festa. Non era iniziato nemmeno Halloween che al supermercato c’erano i Panettoni. Non finiscono i Pandori che sugli scaffali troveremo le Colombe Pasquali.
Questa corsa bruciatrice di momenti è cancerogena perché non permette alla gente di viversi il tempo necessario, finita una cosa dev’esserci subito quella dopo, pronta e scattante, no stop. E invece gli stop di vita ci sono, devono esserci sennò dov’è il bello? Dove sta l’apprezzamento? L’attesa? Niente, tutto deve scorrere alla velocità della luce, le situazioni devono susseguirsi e addirittura accavallarsi, non c’è tregua.
Non mi piace, non mi piace per niente questo movimento rapido e senza senso, pare una ruota che gira veloce ed io sono il criceto al suo interno con le goccioline di sudore sulla fronte e che ahimè nella furia della corsa cade rovinosamente. Che poi se c’è una cosa che odio fare, è proprio correre.
Perché non possiamo ricordare a noi stessi che esistono tempi “morti”, tempi di stallo e di passaggio?
E non lo dico perché si tratta del Natale eh, sono un Grinch sì ma è una questione di principio.
Che poi oh, quest’anno con le bollette da ictus che arrivano mica si possono tenere gli alberelli accesi per un mese e mezzo! Comunque, davvero, cosa insegnamo ai piccini di casa? Cosa ricordiamo a noi stessi? Che la vita è fatta di sole corse? Sembra che il tempo ci dia la scossa per farci correre, è vero che è tutta una gran frenesia di vita però sta a noi tirare o meno il freno a mano. Il tempo brucia ma no, non è Natale amici, vi prego. Ogni cosa a suo tempo.
Novembre non è Natale, bensì il mese della natura che muta colore, del foliage, delle caldarroste, del silenzio serale, della nebbia.
Rispettiamo i tempi di Madre Natura, non quelli del marketing.
Se volete e vi fa piacere, aspetto le vostre riflessioni, confrontarsi è sempre cosa buona e giusta.
Buona giornata amici cari, a presto!
Si era detto che dopo il Covid saremmo stati migliori, avremmo imparato la lezione. Il virus ci ha costretti a fermarci, ma non abbiamo imparato nulla… Tutto è tornato come prima se non peggio, e mentre come dici tu “bruciamo il tempo” , bruciamo anche il nostro pianeta. Ma che importa, l’importante è avere casa addobbata e un programma per l’ultimo dell’anno… Cin cin a noi è alla nostra stupidità!
Sono molto in linea col tuo pensiero e mi rattrista tanto. Mi rattrista e mi fa salire una rabbia indecente perché non capisco come faccia l’essere umano, con tutte le sue caratteristiche, ad essere una creatura con la memoria così corta. Che tristezza…
Sante parole. Condivido tutto. Ma già lo sai. Sotto casa hanno già montato le casette per il mercatino, in piazza a Trento hanno già issato il povero abete di 60 anni e tra poco arriverà anche qui ad Arco, perché non si può essere da meno, qui il mercatino va aperto un giorno prima. Quando ero piccola (anni 70 e 80) e mi ritrovavo l’albero in piazza era una gioia, arrivava nei tempi dovuti e non si pensava ancora ai problemi ambientali. Ma ora mi chiedo veramente che senso abbia tutto ciò.
Il senso è marketing ahimè, pare che la vita di oggi si sia ritrovata a girare attorno solo ed esclusivamente alle vendite, al marketing, a “chi fa prima”. È tutta una maledetta corsa… Ufffff