“Le madri non dormono mai” di Lorenzo Marone

Esce oggi il nuovo libro firmato Lorenzo Marone, una storia che ho avuto l’immenso piacere di leggere in anteprima. Una trama forte, di vita, che trasuda una verità di cui nessuno parla e che adesso metto nelle vostre mani.
Proprio settimana scorsa, la casa editrice Einaudi mi ha scritto una mail nella quale mi chiedeva il mio indirizzo per spedirmi questo libro in anteprima. L’urlo della felicità, lo potete immaginare? Lo avete sentito?
Lorenzo Marone è uno dei miei autori del cuore, ho già letto alcuni dei suoi libri e mi entrano sempre addosso, certe sue frasi mi si stampano nelle vene. Lui poi, è una persona squisita, sempre educatissimo, cordiale, un’anima bella insomma, rara. Quando ci scriviamo, l’emozione è sempre tanta per me.
Allora dunque, veniamo a noi, cos’è questo libro, “Le madri non dormono mai”… Eh, come si spiega senza sentire la stretta allo stomaco?


E’ una storia romanzata sì, ma la verita di fondo c’è, eccome se c’è. L’autore ci porta all’interno di un ICAM, ovvero un carcere a custodia attenuata per madri detenute con bimbi piccoli. Le celle sono una sorta di mini appartamento; c’è il cucinotto, il bagno, una piccola casina per dare ai bambini una parvenza più “gentile”, anche se le finestre hanno le sbarre e le porte vengono chiuse alla sera dai secondini. Di questi carceri ce ne sono 5 in tutta Italia e l’autore si è recato in uno di essi per poter osservare questa realtà coi suoi occhi e credetemi, le sue sensazioni si percepiscono, sono avvinghiate alla trama ma ci sono tutte, forti e chiare.
I bambini stanno in questi ICAM fino ad un massimo di 10 anni, si ritrovano nel cortile, giocano, frequentano la scuola, dei volontari organizzano giornate fuori porta, quiz ed attività di più genere.
Difficile raccontarvi questa storia senza provare dolore.
Dolore nelle parole di quelle mamme, che hanno tanti anni da scontare e non vogliono che il figlio cresca lì dentro. Quando il bambino compie 10 anni deve uscire e se la madre non ha finito di scontare la sua pena, deve rimanere dentro, viene trasferita in un cercere comune. E’ possibile anche solo vagamente immaginarsi il dolore di questa separazione? Di una madre che non sa effettivamente come vivrà fuori di lì suo figlio? Che non potrà controllarlo, dirgli di lavarsi i denti, giocare con lui, abbracciarlo, niente… Niente di niente. E come fa una madre a dormire? Come fa una madre a sopravvivere?


Lorenzo Marone definisce questi bambini come “prigionieri senza colpe” che poi, al termine del libro, la mia domanda è stata una sola: meglio chiusi lì dentro ma sicuri oppure liberi ma soli fuori? Eh. Non vi rispondo, che poi forse risposta non c’è.
Vi chiedo di leggere questa storia e vi darò alcuni buoni motivi per farlo:
-Personalmente non conoscevo affatto questa realtà, questi ICAM, se non avessi letto il libro chissà se avrei mai scoperto questi carceri per madri e figli.
-Sono realtà doverose. Sono scorci di vita vera che noi nemmeno possiamo immaginare. Sono libri da far leggere ai ragazzi del liceo, a noi grandi, a tutti, sono storie che devono andare sul piedistallo perché il dolore è reale.
-Lui, la penna di Lorenzo Marone è valida a 360°. Nelle sue descrizioni, negli aggettivi e nelle parole che ha scelto, c’è tutto se stesso. C’è l’esperienza che ha vissuto e visto per scrivere questa storia. Si mette a nudo. Mette su carta una realtà che urla ma che non viene ascoltata abbastanza.

E poi sapete che vi dico? Questa è una di quelle storie che fa ridimensionare, perché rimbomba così forte che i nostri stupidi screzi vengono totalmente annullati.
Leggetevi questo libro, è una storia che segna ed insegna.
Nel mio piccolo, ringrazio con tutto il cuore Einaudi per avermi regalato ed inviato questa copia in anteprima e poi ringrazio Lorenzo, che è sempre disponibile per due chiacchiere ma soprattutto lo ringrazio per la fiducia e per aver scritto questa storia spaccacuore.
Il mondo ha bisogno di autori come lui.