Oggi facciamo una cosa diversa, niente rime, niente pensieri attorcigliati, oggi parliamo di un libro.
Fin da quando ero piccolina mi è sempre piaciuto tanto leggere e nel crescere questa mia passione non è andata a diminuire, anzi, la sensazione di tenere un libro tra le mani è a mio avviso una delle migliori e delle più rilassanti; soprattutto quando fuori piove e fa freddo e così ti metti lì, comodo sul divano o sul letto, col tuo libro, la copertina di pile, una tazza di tè bella calda e magari anche una candelina accesa ed ecco che per me questa situazione diventa una sorta di magica felicità.
Sono anche dell’idea che leggere sia una costante palestra per la nostra mente, ci apre tanti orizzonti, c’insegna e ci regala una piacevole coccola. Ho sempre amato leggere i libri Fantasy e non dite che sono “da bambini” perché vi uccido, non sono altro che una superba chiave che apre la porta dell’evasione cerebrale perché ti portano altrove, in un altro mondo ed in un’altra dimensione spazio-temporale ma ultimamente mi sto dedicando anche ad altri generi, romanzi, thriller e i grandi classici, perché quelli ogni tanto vanno ripresi in mano.
L’ultimo libro che ho letto è stato “Le otto montagne ” di Cognetti e questa lettura la faccio assolutamente rientrare tra le mie favorite e l’ho capito perché, terminata l’ultima pagina, mi mancava già. Se vi state chiedendo se si può provare la mancanza di un libro, vi dico di sì. Eccome se si può.
Racconta di tante cose; di famiglia, di personalità diverse, di stili di vita, di pensieri che si scozzano, di amicizia, di vita quotidiana e di montagna. Cognetti parla della montagna, quella vera, non solo quella che si vede nelle belle cartoline estive, spiega la vita montanara nel suo bello e nel suo brutto, con le sue agevolazioni e le sue difficoltà.
Per me, che amo la montagna in tutte le sue stagioni, leggere in maniera super dettagliata di quei torrenti, di quei boschi, dei sentieri percorsi dai protagonisti, delle sensazioni che si provano terminata una lunga e faticosa camminata, tutta quest’agglomerazione di nozioni mi ha fatto provare la classica sensazione di mancanza.
Perché la verità è che mi manca. Mi manca quella precisa emozione che solo la montagna mi regala.
Ho ripensato alle tantissime estati passate nella Montagna Pistoiese, quella che io chiamo “la montagna del cuore”, alle scarpinate fatte col babbo, a quei sentieri che conosco come le mie tasche, alle tante grigliate con la mia famiglia, ad Ulisse, il nostro cane che quand’era giovincello rincorreva i caprioli, al nonno che ci ha fatto conoscere uno dei miei posti preferiti, ovvero il paesino di San Marcello Pistoiese, ecco cosa mi ha suscitato questo libro, una felice e malinconica mancanza.
Se amate la montagna come me, leggetelo. Ma no, che dico, leggetelo a prescindere perché è bello, è puro e ti fa respirare quell’aria pulita che si respira solo tra i monti.