Non ti posso voler bene Giugno,
porti con te un notevole macigno,
l’anno scorso mi hai tolto un pilastro
che piano piano hai trasformato in un astro.
Continuo a leggere Leopardi ma non è la stessa cosa
mi manca quella sua faccia rotonda e capricciosa,
quei suoi occhi celesti pieni di energia
che tu, caro Giugno, mi hai portato via.
Un anno è passato, eppure sembra ieri
e quei ricordi son tutto tranne che leggeri,
spesso dal suo ricordo mi faccio coccolare
ma è una figura impossibile da rimpiazzare.
Ho fatto come hai detto te, ho continuato a scrivere
perché tenere la penna in mano è parte del nostro vivere,
sa di te la mia piuma sul braccio destro
per te, che sei stato il mio miglior maestro.