Buongiorno a tutti e buon inizio Dicembre!
Avete già aperto le prime caselline del tradizionale Calendario dell’Avvento?
Chi conosce questo spazio da un po’ lo sa già ma amici cari, sono un Grinch nell’anima e quindi mi dispiace dirvi che in questo spazio non leggerete grandi articoli natalizi.
Detto questo, parliamo di cose serie: ho letto “Non dico addio” di Han Kang, pubblicato da Adelphi ed uscito in tutte le librerie il 5 Novembre al costo di 20.00€ per 265 pagine.
Han Kang, l’autrice che quest’anno ha conquistato (a mio avviso meritatamente) il Premio Nobel per la Letteratura è senz’altro una penna che a me piace molto. Ma… Molto molto molto!
Mi sono approcciata all’autrice coreana diverso tempo fa con “La vegetariana”, un testo che ha fatto scalpore per il suo contenuto decisamente crudo, graffiante che guarda in faccia il lettore senza nessun tipo di paura. Dopodiché ho letto “L’ora di greco” (ve ne ho parlato QUI), un romanzo silenzioso e malinconico, poetico e sensibilissimo.
E chi sono io per non leggere subitissimo la sua ultima uscita? Appena Adelphi ha pubblicato la notizia sui suoi canali social avevo già gli occhi a cuore!
Adesso veniamo al libro perché in 265 pagine l’autrice ha racchiuso una storia non semplice da raccontare vista la sua complessità. È un romanzo difficile da racchiudere in poche righe, come i precedenti del resto, ma ci proverò.
“Non dico addio” di Han Kang è un testo doloroso e al contempo pieno d’amore.
L’autrice ci porta in un mondo gelido e ci rende partecipi di un momento storico coreano davvero macabro. Ci racconta del massacro del 1948, quando in Corea tantissimi civili vennero uccisi perché sospettati comunisti. Come potrete immaginare, in queste pagine non mancano momenti dolorosi, ricordi che fanno venire i brividi, una violenza gratuita che strizza il cuore del lettore.
Questa pagina della storia coreana è un’ombra sulla vita di chi ricorda. Possiamo dire che “Non dico addio” di Han Kang si concentra sul ricordo di un dolore collettivo profondo.
Il dolore non si dimentica ma si impara a vivere e a convivere con esso.
Attraverso i personaggi che orbitano attorno a questa storia così stratificata, Han Kang esplora il ricordo del dolore, il trauma e l’elaborazione del lutto. Il dolore ha milioni di sfaccettature, sa essere tremendo se resta incompiuto, diventa un sibilo perenne, un fantasma onnipresente. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia; quella dell’elaborazione di un qualcosa di grande, di una ferita che resta ma a modo sua muta attraversando la resilienza, la resistenza, l’accettazione e diventa poi memoria.
“Non dico addio” di Han Kang è una storia che non si può leggere tutta d’un fiato, il gelo e la neve scandiscono queste pagine in maniera cadenzata e lenta. È un libro in un certo senso meditativo che va digerito e ha bisogno del suo tempo. Qui di veloce non c’è niente, tutto deve sedimentare.
Grazie al suo stile poetico, malinconico, semplice ma potentissimo, l’autrice ci mette tra le mani un qualcosa da accarezzare, da accogliere, da ascoltare in silenzio. Le immagini create dalle sue descrizioni sono vivide e forti.
Le tematiche sono complesse e non facili, c’è tanta morte tra queste pagine. Tutto questo dolore s’incastra perfettamente all’altro pezzo del puzzle di questo romanzo; ovvero l’amore. Un amore nel suo senso più amipio tra due anime sole, pieno di condivisione sussurrata, di situazioni che vanno in frantumi e che piano piano verranno ricostruite.
La violenza del passato entra in contrasto con la quiete del presente, urli e silenzio s’intrecciano dando vita a un qualcosa di davvero impattante e forte.
Per chi è? Senza dubbio per chi adora lo stile dell’autrice e per chi ha letto i suoi romanzi precedenti. Lo consiglierei anche agli amanti della storia perché qui Han Kang ci racconta una finestra storica dimenticata che dovrebbe essere tenuta bene a mente.
E dunque care lettrici e cari lettori, sono felicissima che l’autrice abbia preso il Nobel per la Letteratura e sono altrettanto contenta di aver recuperato questo suo ultimo romanzo. Leggete “Non dico addio” di Han Kang, non ve ne pentirete assolutamente!
Credo che a breve mi leggerò anche “Atti umani”, sempre suo, perché mi manca all’appello.
Noi ci sentiamo presto su questi schermi, vi auguro buon procedimento di giornata!
…E grazie a te per la tua attenzione, non ha fatto in tempo ad uscire nelle librerie che avevo già la sorpresa tra le mani.