Nella settimana più “spooky” dell’anno, anche io ho fatto una lettura a tema e sono tornata indietro nel tempo, parecchio indietro! Ho scelto di leggere “Il castello di Otranto” di Horace Walpole, che ha visto la luce nel lontano 1764 e considerato il primo mattoncino della letteratura gotica. Mica noccioline eh!
Quando venne pubblicato, a Londra, ebbe un notevole successo in quanto considerato come un qualcosa di estremamente innovativo e moderno, un romanzo fuori dagli schemi. Ed effettivamente, se si contestualizza la storia nella società dell’epoca, questo libro è degno di nota e fa senz’altro rimanere a bocca aperta il lettore. Leggendolo oggi, ai giorni nostri, non ci si può quindi aspettare un horror moderno. Se non si tiene conto del contesto storico e sociale di questo testo, probabilmente si resta delusi, ma sarebbe da persone superficiali ignorarne il background. Ho letto spesso che questo libro viene considerato un’opera “minore” ma a mio avviso è sbagliato denominarlo in questa maniera. “Il castello di Otranto” di Horace Walpole ha aperto le porte di un genere letterario, è il primo mattoncino del genere gotico e anche solo per questo bisogna trattare il romanzo con estremo rispetto.
No, non ci sono descrizioni che fanno venire i brividi, non c’è quell’inquietudine classica del genere horror, non ci sono atmosfere cupe ma ripeto, abbiamo a che fare con l’apripista del genere letterario che poi ha visto grande successo coi nomi di Mary Shelley, Allan Poe, Stevenson, Stoker e compagnia bella.
Non si può sminuire un testo come questo, sarebbe poco intelligente a mio parere.
Cosa troverete dunque in questo libro? Una scrittura classica, una prosa ricca che ogni tanto fa davvero bene riprendere il mano, per il lessico e per la conoscenza del linguaggio. Troverete un’ambientazione medievale, personaggi rocamboleschi, situazioni ambigue e senz’altro ci sono degli ingredienti gotici come ad esempio le profezie, eventi inquietanti ed intrecci sinistri.
Il romanzo è ambientato nell’Italia meridionale, più precisamente nella città salentina di Otranto e racconta la vicenda di Manfredo. La signoria di Otranto è legata a una profezia: «Il castello e la signoria d’Otranto verranno a mancare all’attuale famiglia, quando l’autentico possessore diventerà troppo grande per abitarvi». Gli intrecci sono tanti, gli equivoci si rincorrono e i sotterfugi sono dietro ogni angolo. A tratti è esilarante, l’atmosfera che si respira è coinvolgente e il lettore si sente incuriosito dall’intreccio creato da Walpole.
Per chi è? Consiglio questa lettura agli amanti dei classici, credo che sia un testo molto bello a livello linguistico, in grado di arricchire il lettore. Non aspettatevi il classico horror perché non lo troverete in questo testo ma approcciatevi a una lettura di fine 1700 con rispetto e curiosità. Se vi ricordate di contestualizzare il tutto allora sì, lo adorerete!
Per quanto mi riguarda sono felicissima di aver recuperato questo classico, “Il castello di Otranto” di Horace Walpole è un pilastro che mi mancava all’appello. Ogni tanto fa veramente bene all’anima riprendere in mano certi libri, devo farlo più spesso. Noi ci sentiamo prestissimo cari lettori e vi auguro buon Halloween!!