“Il profumo dei giorni perduti” di Ondine Khayat

Buongiorno lettori e lettrici, spero abbiate iniziate il mese di Giugno col sorriso e con… Belle letture!
Si sa, un buon libro alla mano, è in grado di svoltare qualsiasi giornata.
Io ho aperto le danze del primo mese estivo con un romanzo delicatissimo, “Il profumo dei giorni perduti” di Ondine Khayat.

Qualche informazione di base; è uscito il 9 Aprile edito da Piemme, costa 22.00€ per 448 pagine e l’autrice, figlia di madre francese e padre armeno, collabora realizzando progetti umanitari.
Prima di raccontarvi le mie impressioni sul romanzo, ci tengo a ringraziare la casa editrice Piemme per avermi gentilmente inviato una copia del libro. È stato un piacere immergermi in questa storia che profuma di gelsomino, mandorla e terra bagnata. Ma è stata una lettura che, oltre al suo potere sensibile e sensoriale, mi ha raccontato un pezzo di storia di cui si parla sempre troppo poco.
Una storia dedicata alla narrativa straniera che è in grado di portare il lettore indietro nel tempo, precisamente a Maras, in Turchia.

"Il profumo dei giorni perduti" di Ondine Khayat

L’autrice ha creato un intreccio perfetto tra presente e passato, abbiamo quindi due linee temporali che si mescolano in maniera perfetta. La storia della famiglia di Taline, la nostra protagonista, va ad incastrarsi ai terribili avvenimenti del massacro armeno del 1909 e successivamente col genocidio del 1915.
È un romanzo pieno di delicatezza per il modo in cui l’autrice ci fa entrare in questa storia ma è anche un libro pregno di dolore per le tematiche crude che porta con sé. Argomentazioni doverose visto che l’essere umano, ahimè, ha la terribile capacità di dimenticare sempre troppo in fretta…

La storia che l’autrice ci narra è ispirata a quella della sua famiglia. Racconta al lettore della popolazione armena, delle loro vite, della cultura e della tradizione che gira attorno alla sua stirpe.
Accanto a questo dolore reale raccontato in maniera estremamente rispettosa e calibrata, vi è la storia di Taline, personaggio che fa un’evoluzione pazzesca.
Si parla di radici, di profumi, di un’eredità impalpabile ma preziosissima, di famiglia, di un taccuino in pelle, di segreti del passato… Insomma, “Il profumo dei giorni perduti” di Ondine Khayat è una storia avvolgente, piena di significati, cultura e profumi. Profumi sì, perché la nostra protagonista ha ereditato un dono da Nona, la sua nonna. Entrambe sono dotate di un olfatto unico. Nona, dopo la sua morte, lascia alla nipote l’azienda di famiglia che produce profumi particolari da anni, ma soprattutto le lascia un taccuino che la riporterà a scoprire e conoscere le sue radici più profonde.

La figura di Nona entra nel cuore del lettore. Ci affezioniamo immeditatamente a questa figura, ve lo anticipo. Andandosene da questa vita terrena, Nona porta via anche il profumo dell’infanzia della protagonista che era legatissima a questa nonna, amica, confidente, madre.
Per chi è? Per chi ha voglia di leggere un qualcosa di estremamente intenso, perchè qui vi ritroverete in una storia intrecciata molto sensibile e profonda. Lo consiglio anche a tutti coloro che non conoscono la storia del popolo armeno. Io in primis, prima di entrare in punta di piedi in questo romanzo, mi sono documentata. Leggetelo per conoscere e per provare a capire, “Il profumo dei giorni perduti” di Ondine Khayat è una storia che vi conisglio con tutto il cuore.

Quando un romanzo è in grado di donarti informazioni relative alla storia e alla cultura, lo apprezzo sempre tanto. Leggere forma ed informa, ricordiamocelo sempre.
Bene lettori e lettrici di questo spazio, sono soddisfattissima della mia prima lettura di Giugno, noi ci sentiamo presto, vi mando un abbraccio e vi auguro buon proseguimento di giornata.