Ma… Possiamo dire che a Gennaio ho già letto il libro più bello dell’anno? No eh… Però credo che sarà dura battere “Il lupo e il filosofo” di Mark Rowlands edito Mondadori, un saggio che mi ha dato tanto e mi ha permesso di rivivere tante emozioni intense, bellissime ma anche dolorose.
Brevissima introduzione sull’autore; Mark Rowlands è un docente di filosofia all’università di Miami e ha già portato a casa diverse soddisfazioni con alcune pubblicazioni. Poi è arrivato questo saggio che mescola tante correnti di pensiero; filosofia, domande esistenziali, vita quotidiana ed emozioni.
In questo testo ci porta in un’esperienza fuori dall’ordinario. Infatti l’autore, da ragazzo, rispose a una singolare inserzione trovata su un giornale e tornò a casa con un lupo. Non un cane lupo, non un lupo cecoslovacco, bensì un lupo. Niente mix, lupo al 100% che chiamerà Brenin (“re” in gallese antico).
Quest’ultimo accompagnerà il suo “padrone”, amico, fratello e compagno di vita in tante, tantissime avventure e disavventure.
Mark Rowlands riempie queste pagine di tantissime cose. Troverete riflessioni, nomi, citazioni, ragionamenti filosofici e nozioni sul mondo animale. Ma troverete anche tanta, tantissima umanità, emozioni, sensazioni, dubbi, paure e un amore infinito che lega queste due anime.
In ogni capitolo troviamo un prezioso interscambio tra quello che è l’universo umano e quello animale. Proprio per questo s’imparano tante cose, è una lettura molto informativa ma vi assicuro che non vi annoierà nemmeno per un secondo.
Questo interscambio che l’autore ci racconta è preziosissimo, quello che lui regala a Brenin e ciò che il lupo insegna a Mark Rowlands è un qualcosa che fa bene all’anima.
Già a pagina 6 mi sono resa conto di cos’avevo tra le mani; un libro che mi avrebbe riportata a provare emozioni e sensazioni ben precise. Consapevole di tutto ciò ho proseguito la lettura, ammaliata da questo “branco” composto da un uomo e un lupo, un branco che poi si allargherà senza cambiare il loro legame. Più volte mi sono ritrovata nelle emozioni dell’autore, nei dubbi, nel pensiero “la gente mi prende per pazzo”. Qualche volta lo sguardo si è appannato, sentivo le lacrime lì, pronte. Ma poi Brenin faceva qualcosa di buffo o arrivava un ragionamento filosofico o di vita dell’autore che mi riportavano alla lettura attenta e non emotiva. Poi però, come avevo intuito a pagina 6, sono arrivate anche le pagine amare, dolorose e allora ho lasciato che le lacrime scivolassero sulle guance.
Chi ha avuto un animale, a prescindere dalla stazza, dal tipo o dalla razza, ma chi ha vissuto una simbiosi del genere sa benissimo di cosa parlo.
Nel mio piccolo ho avuto l’onore di avere più animali nella mia vita. Da bambina avevo i pappagalli, chiacchieroni e buffi, un bellissimo acquario, le tartarughe d’acqua, la mia coniglietta nana burbera e un po’ arrogante. Un cane tanto grande quanto buono e dal cuore enorme che per molti anni è stato parte integrante della famiglia; il mio merlo, un “principino nero” che si è portato via un pezzetto di cuore lo scorso Maggio e che mi ha permesso di vivere per 4 anni un’esperienza incredibile fuori dall’ordinario da “mamma merla”. Ci sono stati tanti cavalli e poi lei, Contess Errigal, il mio “Budino” quella cavalla che mi ha permesso di conoscere quel sentimento in grado di andare oltre a qualsiasi spazio, tempo e dimensione.
Quindi sì, ho potuto capire ogni parola scritta dall’autore, ogni paura, dubbio e momento tanto bello quanto brutto.
Questo saggio è un viaggio che noi lettori facciamo insieme a quest’accoppiata inusuale. Impariamo a conoscere i comportamenti di Brenin e i pensieri di Mark Rowlands durante tutti gli anni trascorsi insieme a questo animale immensamente bello.
Non mi sono commossa, ho pianto e la differenza è abissale. È una storia dai significati grandi e belli, fa bene al cuore, credetemi.
Per chi è questo saggio? Per gli amanti del mondo animale, nel senso più ampio del termine perché l’autore non parla solamente del lupo. È un testo adatto anche per gli appassionati di filosofia perché le riflessioni sono tante ma non appesantiscono mai il testo. È per tutti quelli che hanno vissuto con quell’animale che è entrato non solamente nella vita e nelle abitudini quotidiane, ma si è mescolato all’anima. Un animale può essere un mondo. Può essere enormemente più grande a livello emotivo rispetto a tantissime persone. La sensibilità degli animali noi ce la sogniamo. Abbiamo SOLO da imparare da loro. Guardare, capire, immagazzinare, accogliere, studiare, farne tesoro ed imparare.
Probabilmente mi prenderete per pazza, ci sta. Forse lo sono nei confronti degli animali, ma io so cosa vuol dire, ho avuto l’onore di avere tutta questa bellezza. Tanta unicità, infinita gioia, un legame indescrivibile ma anche un dolore lancinante.
“Il lupo e il filosofo” di Mark Rowlands è stata una lettura molto intensa per me, inutile negarlo. Bellissima, piena di informazioni interessanti e carica di una dose notevole di emotività.
Fateci un pensierino e dopo andate al canile se potete, aiutate come potete quell’animale che ha bisogno, non abbandonate queste creature per le vostre stupide vacanze e imparate tutto quello che potete dalle loro anime pure.
E grazie a te, che hai sentito che questo libro sarebbe stato “mio” dall’inizio alla fine.