Il caldo è arrivato, non è per niente mio amico e quindi cerco di rifugiarmi al freddo in ogni modo possibile. Proprio per questo mi sono letta “Fiabe Lapponi” edito Iperborea.
Tra l’altro, questa raccolta di leggende delle remote terre nordiche, è il mio primissimo libro di questa casa editrice super riconoscibilissima con una forte personalità, amata dai più e con copertine strabilianti ma che non mi aveva mai convinta fino in fondo per il formato dei suoi libri. Eppure, oltre al contenuto, è proprio questa stampa diversa che caratterizza questa casa editrice.
Di libri editi Iperborea nella mia “lista dei desideri” ce ne sono diversi ma ripeto, qualcosa in quel formato non mi aveva mai convinta (grulla di una Sil…) e quindi non ne avevo mai acquistato neanche uno.
Poi cos’è successo? Eh… È successo che un giorno, in un post sulla pagina Instagram della casa editrice, viene raccontato ai lettori il “perché” di questo formato differente (clicca QUI per leggere sul loro post). La spiegazione numero 3 mi fece sorridere: “il formato dell’antico mattone di cotto, ovvero l’oggetto più maneggevole inventato dall’uomo, e in più con l’idea di libri – mattoni (ovviamente non nel senso di noiosi e pesanti, ma nel senso di costruttivi) ecc…” Ecco, quest’idea del libro mattoncino mi ha dato la spita giusta per comprarlo e infatti, poco dopo, “Fiabe Lapponi” è venuto a casa con me.
Allora, ve lo dico diretta, liscia come l’olio e super contenta: L’HO ADORATO!
Sia il formato che si legge benissimo cara Sil del passato, le tue idee stavano a zero, super leggero, comodissimo da tenere nello zaino e le fiabe… CHE FIABE!
Premessa doverosa: non aspettatevi le classiche storie con sole, cuore, amore, fate e bibidibobidibù perché qui non le troverete. Con immenso piacere mi è sembrato di tornare allo stile dei Fratelli Grimm. Infatti in queste “Fiabe Lapponi” troverete slitte trainate da renne, promesse sinistre, giganti, pescatori, spiriti della terra, laghi ghiacciati, foreste stregate, orchi e via dicendo. Ogni fiaba racchiude una morale, tra le righe percepirete l’eco di una saggezza rurale e antica, una tradizione remota e lontana dalla nostra.
Quest’antologia di fiabe brevi e concise esiste grazie allo studioso Qvigstad, colui che ha trascritto la maggior parte delle leggende lapponi. Infatti questo volume attinge direttamente alle sue prime raccolte scritte nell’800.
Sono storie che non accarezzano e non cullano. Vi ritroverete in racconti e tradizioni molto diverse da quelle a cui siamo abituati; ogni fiaba è amara, con situazioni mistiche, sinistre e truci. Non mancano le sfumature “dark“, credenze popolari e gli insegnamenti rigidi dati dalla natura. Insomma, non ci si annoia!
Per chi è questa lettura? Per tutti gli amanti delle terre del Nord, della cultura nordica, delle storie dei Fratelli Grimm, del Fantasy con tinte gotiche e scure e per chi ha bisogno di un qualcosa di diverso.
Questo primo approccio con i libri di Iperborea è stato molto positivo, adesso posso felicemente acquistarne altri (sigh sigh… Ecco le lacrimucce del portafoglio!).
E dunque miei cari lettori, “Fiabe lapponi” fa per voi se avete voglia d’immergervi in un peculiare “c’era una volta” ma non aspettatevi il “vissero felici e contenti”!
A presto, buon proseguimento di giornata.