“La vegetariana” di Han Kang è potenza pura. Un urlo graffiante. Una poesia dolorosa.
Questo romanzo mi lega ad una persona ma prima di raccontarvi sia questo aneddoto che la mia opinione sul libro, voglio fare una premessa doverosa.
SE e ribadisco questo SE, avete intenzione di cimentarvi in questa lettura, non aspettatevi un finale perfetto, perché non lo avrete. Non pretendete una storia lineare perché non la troverete nemmeno in una pagina. Non è un romanzo per tutti. È l’emblema della follia, imperfetto come la vita e come la mente umana.
Bene, detto questo… L’aneddoto legato a questo libro collega me ad Eleonora (clicca QUI per leggere il suo blog). Andò così: vidi questo libro nei meandri dell’Internet e la combo titolo + copertina attirò decisamente la mia attenzione. Ero curiosissima di questa trama, di questa vegetariana di cui avevo sentito parlare o benissimo o malissimo però, al contempo, c’era un qualcosa che mi spingeva via dalla lettura. Quindi obbligai la mia amica tanto paziente a leggere questo libro prima di me, avevo bisogno della sua opinione, del suo parere. Tanto ad Eleonora i libri strani vanno quasi sempre a genio, quindi ero a cavallo.
Fatto sta che Eleonora rimase affascinata da questa lettura, “la veggie” (nome con cui Ele ed io chiamiamo questo romanzo) era una storia che le era piaciuta tantissimo e quindi mi decisi ad affrontare questa lettura ma proprio in quel momento la vita mi fece degli sgambetti importanti. Due di fila poi, grossi, cupi e dolorosi. Eleonora mi disse subito di non leggere la nostra veggie, di posticipare assolutamente quella lettura perché non era il momento. Passarono mesi, sempre con Eleonora al mio fianco perché anche se vive a Milano, per me è vicinissima col cuore e con la mente. L’amicizia non conta i km ma un altro tipo di vicinanza, ricordiamocelo sempre.
Un giorno ricevo un pacco a casa, un regalo da parte sua e che c’era dentro? “La vegetariana” di Han Kang. Era giunto il momento della nostra veggie e se me lo dice Eleonora, io mi fido.
Adesso veniamo alla storia fulcro di questo libro… E che storia!
“La vegetariana” è un romanzo piccolo ma intenso, crudo e crudele, poeticamente e maestosamente doloroso. Non sono parole a caso, non è facile parlarvi di questo libro che non ha grigio, o è bianco o è nero, o si ama o si detesta.
Io l’ho amato nella sua geniale follia.
Andiamo per gradi; sin dalle primissime pagine il lettore intuisce che si sta immergendo in una lettura atipica, drastica e dolorosa.
Anche perché non abbiamo a che fare con un racconto di una persona che smette di nutrirsi di carne per motivi etici o morali, assolutamente no. Questo romanzo racconta la degenerazione della nostra protagonista che d’un tratto, dopo un sogno, smette di mangiare carne e derivati animali e poi, attraverso una montagna russa delirante, arriverà al digiuno.
“La vegetariana” di Han Kang è suddiviso in tre parti con tre voci narranti che raccontano, secondo il loro punto di vista, lo stato degenerativo della protagonista. La prima voce che sentiamo è quella del marito, un personaggio decisamente viscido nella sua insignificanza, maschilista e mediocre. Come secondo personaggio narrante abbiamo il cognato che ci risulta una persona frustrata, insoddisfatta della propria vita con una concezione dell’arte tutta sua. Quella della sorella della protagonista è l’ultima voce che ci racconta attraverso i suoi occhi degli spezzoni di vita passata di quando erano piccole, di alcuni trascorsi e poi dello spegnimento neanche troppo graduale della sorella.
Come potete immaginare, cambiano i punti di vista ma il filo conduttore della storia resta la follia.
Personalmente ho adorato la genialità che c’è tra queste pagine perché nonostante la scrittura sia estremamente dura e crudissima, quasi da dar fastidio, per me è stata al contempo coinvolgente, diretta e mi è risultata vera, credibilissima nella sua pazzia.
Di certo non è una storia che passa inosservata. Può non piacere, può far male o dar noia, può far storcere la bocca ma c’è da riconoscerne il genio e la sua unicità, questo va detto.
“La vegetariana” di Han Kang è un romanzo che ti guarda in faccia e non ha paura, non abbassa lo sguardo, è graffiante ed incisivo. Lascia decisamente il segno.
Prooooprio una letturina nataliza eh!
Amici miei, dalla vostra SilGrinch è tutto, passate un sereno Natale!
Buona giornata!