Certe volte la sento, la percepisco come se fosse tangibile quella malefica scomodità di pensieri.
I pensieri scomodi, sono letali. Tali nel senso che ti aprono in due, ti trascinano in un vortice di negativismo cosmico che ti fa boccheggiare e non respirare. Ognuno ha il suo tipo di vortice e ognuno ha la sua botola della salvezza per uscirne, è tutto molto soggettivo.
La scomodità di pensieri ce l’abbiamo tutti.
Quando quei pensieri scomodi arrivano sono accompagnati da una sola domanda. “PERCHÈ?”. Il perché più antipatico della storia. Un perché che non ha nè risposta nè coscienza, vaga nel cervello e nell’animo umano cercando risposte dietro ad ogni cosa ma chiaramente può cercare quanto vuole, non tutto ha una risposta.
Perché a me? Chissà perché è andata così? Perché è stata fatta questa cosa? Perché io? PERCHÈ?
Domande che uccidono. Che arrivano e che sono inevitabili. Ogni tanto eccole che salgono le scale dell’anima e tac, si piazzano alla tavola rotonda celebrale e t’interrogano a manetta, senza sosta.
E le risposte “Doveva andare così”, “Perché era scritto”, “Perché sì, amen” sono tra le cose più aberranti che ci possano essere. Fanno venire il vomito. Piuttosto preferisco fare scena muta a queste domande, anche perché la risposta, di base, non la so. “Doveva andare così” che risposa è? Che poi, doveva andare così secondo chi? Il caso, il destino? Oh Jesus, alzo gli occhi al cielo.
Sono pensieri, lo so che sono scomodi, fastidiosi e chi più ne ha più ne metta ma sono comunque pensieri non permanenti; stanno un po’ e poi appena s’indeboliscono li mandiamo via coi loro bagagli. Ognuno di noi ha il proprio modo per annientarli; io cammino, vado nel bosco, mi affido a quelle pochissime persone che so per certo che sono in grado di alleggerirmi i pensieri, apro un libro, piango e butto fuori.
E badate bene… Non pensate di aggirarli questi pensieracci, non pensate minimamente di fregarli. Magari non hanno risposta ad ora, forse l’avranno in futuro o addirittura non ce l’avranno mai ma lasciateli fare il loro corso. Non mettetevi in battaglia con loro, sono forti. State lì, lasciateli bubare e sfogare. Poi si affievoliscono piano piano e in quel momento aprirete la porta per mandarli via.
Torneranno a fare la loro visitina? Eh diamine, ogni tot arrivano. Sempre uguali, diversi, più piccoli, più ampi… Ma la vita è fatta anche della scomodità di pensieri, che ci piaccia o meno.
Buona giornata amici, a presto.