“Uomini di cavalli” di Pietro Santetti

Allora allora… Mettetevi comodi, partiamo con le info facili…
“Uomini di cavalli” di Pietro Santetti lo troverete da oggi in tutte le librerie fisiche e online.
Vi parlerò di questo libro e al contempo ci mescolerò anche un po’ di mio perché, come sapete, per tanti anni il maneggio è stata la mia casa.

Inizio ringraziando Pietro per avermi fatto leggere in anteprima questo suo bambino di carta, questo puledro di razza con la copertina rossa e nera. E’ stato un piacere ritrovarlo in questo mondo libroso, siamo passati “dalla sella ai libri”, come mi ha detto lui. Più volte negli anni d’oro delle mie gare equestri ho sentito il nome dell’autore in campo prova e poi in campo gara e credetemi, quando ho visto che Mondadori avrebbe pubblicato un suo libro, ho fatto un mega sorriso.

Ma adesso veniamo a noi, “Uomini di cavalli” di Pietro Santetti è un puledro, di razza però.
In questo libro c’è tanto di suo, c’è un cuore che pulsa di quella passione che nasce ancor prima di te. Attraverso Lucio, il protagonista, Pietro racconta tanta verità perché noi, “uomini o donne di cavalli” siamo cresiuti in fretta. Perché? Ve lo spiego subito utilizzando un sostantivo: “responsabilità”.
Chi cresce nel mondo equestre a livello agonistico e con obiettivi si riempie di responsabilità; mentre gli amici andavano a ballare la sera, a noi prima dell’alba ci suonava la sveglia per andare a montare i cavalli nelle afose giornate estive. Il sabato e la domenica ci sono le gare, il fine settimana al mare non si poteva fare.
Priorità e responsabilità.
Il cavallo dipende dalla mano, dalle gambe, dal carattere e dalla testa di chi lo monta e no, sfatiamo il mito ciarlatano del “tanto fa tutto il cavallo” e se la pensate in questa maniera, mannaggia a voi leggete immediatamente questo libro.


“Uomini di cavalli” ha anche un grande pregio che più volte mi ha fatta ridere sotto i baffi: gioca a carte scoperte. Mostra le tante sfaccettature del mondo equestre. Un mondo bellissimo, entusiasmante ed eccitante ma allo stesso tempo sa essere di una crudeltà unica che fa male al cuore perché purtroppo tutto gira tutto attorno al dio denaro e Lucio, il nostro protagonista, deve sbatterci la testa per capire come ruota quel tipo di mondo.
E come Lucio la testa ce l’ho sbattuta anche io, più volte.
L’autore racconta senza peli sulla lingua ciò che il mondo equestre toscano tende ad insabbiare, quelle mezze verità che non vanno dette, quei sotterfugi meschini, ciò che viene fatto ai cavalli pur di esser venduti, “piegati” ad un dovere… Pietro porta tutto a galla, senza batter ciglio. BRAVO Pietro, anzi, grazie. Grazie per dar modo alle persone che non sono del mestiere di capire come funziona lo schifo che c’è sotto, grazie per mostrare in maniera vivida quel polverone e quelle belle parole che rigirano il cervello.
La maledetta persuasione degli uomini di cavalli ti fa innamorare sul momento… Ma poi il nodo arriva sempre al pettine. Pietro mi ha anche ricordato perché ho appeso gli stivali al chiodo. Io ho troppo cuore per questo mondo equestre; per una come me il cavallo è compagno di vita, amico, alleato. Non soldo. Non oggetto. Storgevo la bocca, ingoiavo. Ma poi basta. Per me è stato troppo.
Personalmente credo che “Uomini di cavalli” farà girare le bolas a molte persone e aprirà gli occhi ad altrettante, o almeno è quello che io mi auguro.


Miei cari lettori, in questo libro però non si parla solo di quadrupedi, di gare, di campi prova, di sotterfugi e d’imboccature perché gli argomenti che l’autore tratta sono tanti. Si passa dal rapporto padre / figlio a quello dell’accecamento che un obiettivo può dare, quel sapore metallico in bocca, il consumarsi per un qualcosa di fittizio e non concreto. Parla anche di sostegno e di quell‘Amicizia con la A maiuscola che è il sentimento più prezioso al mondo. Gli amori vanno e vengono ma gli amici veri restano a prescindere.
Come i cavalli, quelli del cuore che sanno tirare fuori la parte migliore di noi, che ci curano, ci conoscono nel profondo.

Com’è stato per me leggere “Uomini di cavalli” di Pietro Santetti? Eh.
E’ stato un tuffo indietro in quegli anni in cui montavo cavalli su cavalli, in cui alle 5.30 le mattine d’estate ero già in sella alla mia cavalla, Contess Errigal, Budino per gli amici. Lei odiava il caldo, lo soffriva tantissimo, quindi la montavo per prima, mentre sorgeva il Sole. Dopo toccava via via a tutti gli altri cavalli che dovevo montare.
E’ stato un salto negli anni dei geloni, quando montavo con la neve, col freddo che graffiava le guance e congelava le mani. Ai campi prova, a quell’ansia che mi attanagliava lo stomaco, alle cadute e le mille risalite, agli sbagli e alle coppe alzate. Ai sorrisi delle mie compagne, delle mie amiche, dei nostri genitori che hanno fatto salti mortali. Agli anni dei binomi, dei giri d’onore, dei Campionati, del “in gara occhio della tigre”, del “gira stretto, mangia tempo”, di Budino che mi ruba il panino con prosciutto e fontina. Ho ripensato a me, ai cavalli che mi sono passati sotto mano e a quelli che sono rimasti nel cuore, alle mie allieve e ai momenti splendidi e tremendi che questo mondo mi ha regalato.
Con “Uomini di cavalli” ho ricordato, ho rivissuto e ho risentito il profumo di Budino, ho ripercepito la sua voglia di vincere, di quanto s’incazzava dei miei sbagli e del suo occhio orgoglioso quando salivamo sul podio.
Pietro mi ha fatto rivivere tanto e non posso far altro che ringraziarlo con tutto il mio cuore. Mi sono emozionata, sono tornata in campo e insieme a Lucio ho preso decisioni avventate e dettate da quella voglia indecente di conquista.

La scrittura di Pietro è sincera, mai montata o costruita. E’ fluida e narra il tutto come se fosse davanti a te. E’ fresca, giovanile ma ha un bellissimo retrogusto antico. La sua penna ti guarda negli occhi e ti dice le cose come stanno, senza tanti fronzoli. Racconta verità scomode che noi, “uomini o donne di cavalli” conosciamo fin troppo bene, che abbiamo vissuto sulla nostra pellaccia dura. Non è tutto rosa e fiori il mondo dei cavalli, non è tutto splendido come spesso appare ed in questa storia Pietro vi racconta tutto. Se siete curiosi, se volete almeno provare a capire, montate in sella insieme a Lucio, stringete le gambe e tenete le spalle ben aperte. Sguardo in avanti, mi raccomando, tra le orecchie del vostro cavallo… O del libro.
A presto amici miei, buona giornata!