Tutti sono già in perfetto “mood” natalizio, tutti hanno già fatto l’albero, decorato casa, organizzato i regali e via dicendo e tutto ciò quest’anno è stato fatto con un notevole anticipo, già a metà Novembre vedevo gli addobbi nelle foto ecc ecc. Chissà, forse questo 2020 maledetto ha portato le persone ad avere voglia del Natale e delle sue festività, sì, penso che questo clima, che per me risulta un po’ malinconico, possa comunque essere di conforto a molte persone. Beh, ognuno è fatto a modo suo.
Non troverete grande entusiasmo sul mio blog relativo a questa festa ma ehi, ci sto lavorando e quindi qualche spruzzatina di Natale la troverete e, proprio oggi, voglio raccontarvi la leggenda del vischio… Mettiti comodo dunque, preparati un bel tè caldo e poi siediti.
La leggenda del vischio gira attorno alla figura di un mercante estremamente avido, privo di amici e di affetti e che se ne stava tutto solo in un paesino montanaro. Una fredda notte invernale, non riuscendo a prender sonno, si affacciò alla finestra e vide una lunga fila di persone: si coprì ed aprì l’uscio di casa notando che erano tutte in cammino.
<Fratello, vieni!> gli gridarono quelli sconosciuti.
Lui non aveva fratelli e non gli piaceva quell’appellativo, burbero com’era, per lui esistevano solo le persone che compravano e che vendevano ma, incuriosito, decise di aggregarsi a quel gruppo di persone.
Durante il cammino si soffermò a riflettere sul fatto che sarebbe stato bello avere dei fratelli o delle sorelle ma poi il suo avido cuore lo riportò alla realtà, dicendogli che una persona come lui non poteva essere il fratello di nessuno, lui che era sempre stato un grande egoista, che aveva sfruttato la gente povera… Eppure il mercante rimase positivamente sconvolto nel notare che quelle persone a lui estranee continuavano a sorridergli ed a camminare accanto a lui.
Arrivarono davanti alla Grotta di Betlemme e ad uno ad uno, quelle persone entravano all’interno della grotta con un piccolo dono, nessuno era a mani vuote, nemmeno i più poveri… Solo lui, che invece era ricco, non aveva nessun dono.
Quando fu il suo turno, preso dai suoi pensieri di rimorso, entrò e chiese subito perdono al Signore, dicendogli che nella sua vita non era stato una buona persona e, col cuore in frantumi, cadde in ginocchio e scoppiò a piangere.
Alle prime luci dell’alba, le sue lacrime che simboleggiavano l’inizio di un cambiamento e di un cuore nuovo, splendettero come se fossero perle proprio in mezzo a due foglioline: era nato il vischio.
Spero che questa leggenda ti sia piaciuta, in caso fosse così, condividila e falla conoscere a più persone possibile e chissà, magari quando vedrai il vischio, ti ritroverai a pensare che le persone possono cambiare per davvero, un cuore cupo e avido può trasformarsi in un cuore gentile e coscienzioso.