Sull’Appennino!

L’altra volta vi ho raccontato del trekking fatto quest’estate, quello per andare al Lago Nero, ricordate? Ecco, oggi vi racconto l’altro percorso che abbiamo fatto e che abbiamo diviso in due giorni perché è piuttosto impegnativo e lungo. Sto parlando del percorso 00 che vi farà fare tutto l’Appennino Tosco-Emiliano e si, dire che mi è piaciuto è dire poco!
In caso vogliate fare questo bellissimo trekking sul crinale, devo fare una premessa doverosa: non è una passeggiata, non è una scampagnata, è un trekking e ci sono tanti punti in cui bisogna davvero stare attenti a dove mettere i piedi. Bisogna avere l’abbigliamento adatto, non andateci con le scarpine da ginnastica con la suola liscia e nello zaino, mi raccomando, impermeabile e felpa! Non ci sono rifugi sul crinale, quindi portatevi da mangiare, idem per l’acqua.
Il percorso è lo 00 quindi non potete sbagliarvi, noi l’abbiamo diviso in due giornate, partendo sempre dalla Doganaccia che è più o meno a metà dell’Appennino.
Non mi risulta facile parlarvi di questo percorso perché suscita grandi emozioni per coloro che ascoltano ed amano la natura e le sue ricchezze. Lassù, sul crinale, con un piede in Toscana e l’altro in Emilia, io ho scoperto il suono del silenzio. Pensateci; nelle nostre case il silenzio non esiste, io per prima non l’avevo mai percepito davvero. C’è sempre qualche rumore di sottofondo ed ecco che vi dico che lassù no, non c’è alcun rumorino. Non ci sono gli alberi, quindi non c’è nessun fruscio, non si sente niente, se non qualche rapace qua e là ed il suono dell’aria.
Che suono ha il silenzio? No, chiedete troppo, questo non so spiegarlo, sono quelle esperienze che vanno vissute e basta. All’inizio non ci si fa caso ma poi, quando ci si ferma un attimo, non si può non notare quell’assenza di suoni e quando si arriva alla conclusione che si sta letteralmente ascoltando il suono del silenzio, beh, fa un certo effetto!
La camminata è veramente tutto un salire e scendere e si dura fatica in quanto c’è da arrivare in cima alla vetta e no, non sono passeggiate, come vi ho detto prima, ci sono salite degne di nota, in alcuni tratti ci si arrampica e bisogna fare attenzione, ma attenzione seriamente perché siamo su un crinale. Vi confido che io non ho paura dell’altezza, non mi ha mai creato nessun problema ma in alcuni momenti di quel trekking mi sono imposta di NON guardare giù ma di continuare a fissare il mio sguardo avanti o in alto. Vi troverete davanti agli occhi panorami incredibili, noi abbiamo avuto fortuna entrambe le volte perché il cielo era celestissimo e c’ha permesso di godere a pieno di quella spettacolare immensità. Soffermatevi a guardare la velocità delle nuvole, le loro forme, come cambiano direzione velocemente e tutti gli altri incredibili dettagli che quel posto incontaminato e bellissimo può offrirvi.
Mi ha fatto sorridere percepire i tanti cambiamenti d’aria e le correnti che ci sono lassù; l’aria calda e fredda si scambiano ad una velocità pazzesca, se in un punto ti avvolge una corrente calda, magari qualche passo dopo ecco che ne arriva un’altra di una temperatura diversa o addirittura opposta.
Altro momento che ho letteralmente amato è stato quando, sopra il passo del Libro Aperto, siamo entrati in una nuvola. Si si, avete capito bene, siamo veramente entrati in una nuvola e beh, è stato molto particolare, non si vedeva niente, come se improvvisamente fosse calata una nebbia densa, l’aria era pungente, fredda e bagnata, tanto da inumidirmi completamente i capelli. In quel caso l’attenzione è dovuta raddoppiare perché vi giuro che non è nebbiolina, è un muro bianco che non ti permette di vedere un fico secco, quindi occhio a dove mettere i piedi!
Arriverete in svariati punti dove potrete rilassare un attimo le vostre gambe, come ad esempio al Lago Scaffaiolo, meta gettonata da sempre, vi consiglio comunque di non fare soste troppo lunghe se, come noi, avete intenzione di fare tutto il percorso perché le tappe sono tante e per niente corte.
Fare questo trekking è stata un’esperienza bella, di quelle che ti rimangono nel cuore e negli occhi, ve lo giuro.
In quanto ad assembramento, vista la situazione, vi assicuro che lassù potete stare tranquilli, incrocerete qualche alpinista e qualche avventuriero, poi per lo più sarete voi stessi con i rapaci e basta.
Non fate questo percorso se siete tipi da divano e zapping perché vi sentirete morire appena partiti, quindi come ho detto l’altra volta, se siete degli amanti dei trekking, della natura e della mia cara montagna; zaino in spalla carico di tanta buona volontà e via andare!