Buondì amici, ormai le ferie sono finite per tutti quanti, per coloro che hanno fatto una settimanuccia e poco più ed anche per quelli che invece se la sono spassata felicemente da metà Luglio, perché sì, ci sono anche questi soggetti. (Non critico, sono solo invidiosa!)
Comunque, come vi avevo già detto, sono stata nella mia cara Montagna Pistoiese, la mia montagna del cuore e che dire, sono stata proprio bene, ma quel posto per me è una garanzia. Quest’anno però, il mio ragazzo ed io, abbiamo fatto delle camminate incredibili ed oggi ve ne racconto una, la prima che abbiamo fatto, poi vi racconterò anche l’altra.
Questa meta la puntavo da un po’ e volevo farla a tutti i costi; si tratta di un percorso di trekking impegnativo (ma c’è di peggio) che dura due orette e mezzo circa e si può scegliere il sentiero più lungo oppure quello più breve. Partendo dall’Orto Botanico Forestale dell’Abetone (luogo bellissimo e da visitare assolutamente!) e, seguendo il sentiero 104, si fa subito una bella salita immersa nel bosco. Vi scalda subito i muscoli e vi fa capire che si durerà un po’ di fatica per arrivare alla meta ma… In montagna è questo il bello! Dopo un po’, si giunge ad un punto di stop dove ci sono dei tavolini, il fiumiciattolo e tanta ombra chiamato Casetta dei Pastori. Da qui si sceglie se fare il percorso più corto oppure quello più lungo, ci sono i cartelli con la durata del percorso e con le indicazioni su dove andare. Noi abbiamo scelto il percorso più lungo per salire e quello più corto per scendere, abbiamo fatto dunque un anello. Le salite ci sono, belle toste anche, immerse in boschi di faggi meravigliosi che poi si aprono su montagne ricoperte di mirtilli e dunque dopo qualche bella salita sassosa, qualche sentiero stretto e delle viste mozzafiato, ecco che il percorso ti porta alla meta: il Lago Nero, un lago montanaro che ha origini glaciali. E’ una conca formata dall’escavazione di un antico ghiacciaio e la bellezza di quel luogo incontaminato ripaga la fatica, senza ombra di dubbio.
Camminando intorno al lago, sul sentiero in alto, si può godere del suo riflesso e comprendere il perché del suo nome, infatti da una certa angolazione e con i raggi del sole, quel lago sembra a tutti gli effetti un lago colorato di nero. Noi abbiamo proseguito un po’ avanti sul sentiero per arrivare al punto panoramico dove la vista è davvero bella e tra l’altro, guardando in giù, si vede la Val di Luce, piccina picciò.
Ci siamo fermati di fianco al Lago Nero per pranzare, lì c’è un rifugio che vi farà vino e caffè ad offerta libera ma che non vi farà usufruire dei suoi cestini, quindi se vi portate il pranzo a sacco come abbiamo fatto noi, non lasciate sporco nel bosco ma portatevi un sacchettino e portate la vostra immondizia giù a valle. Fate le persone civili, per favore. Dopodiché, dalla montagna sono arrivati dei nuvoloni minacciosi perché si sa, quando siamo in su il tempo cambia velocemente e quindi abbiamo rimesso il nostro zaino in spalla e siamo ripartiti.
A scendere abbiamo fatto il sentiero più corto che dura comunque un’oretta e mezzo, non meno, sempre attraverso una bellissima faggeta, con tanti giochi di luce e tronchi bellissimi dalle svariate forme.
Questo è dunque il primo percorso che abbiamo fatto e vi consiglio con tutto il cuore di farlo, vi giuro che la fatica viene ripagata una volta arrivati al Lago Nero, quindi zaino in spalla e via andare!