Quando hai un piccolo bebè in casa, un nipotino dagli occhi tremendamente celesti di quasi un anno sorridi sempre quando lo vedi e poi rifletti, o almeno io rifletto.
Vi dico che il “Piccolo Principe”, quando dice “tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano”, ha tanta ragione, ma tanta davvero. Quel capolavoro di libro non smette mai d’insegnare qualcosa, potete leggerlo mille volte e per mille volte vi dirà qualcosa di differente e vi farà provare emozioni diverse.
Ho rimuginato sul fatto che l’infanzia è il miglior momento della vita, peccato che non ce la ricordiamo bene, solo a spizzichi e bocconi ma forse, grazie a questi piccoletti, riusciamo a ricollegare e riassaporare determinate sensazioni.
Mi viene un po’ da pensare che l’essere umano via via che cresce, oltre a maturare e tutte le solite cose scontate, arriva anche ad intristirsi o comunque ad incupirsi senza nemmeno rendersene conto, non lo facciamo consapevolmente, semplicemente accade. Dico questo perché osservo un bambino di quasi un anno e mi rendo conto che la sua felicità è contagiosa, la sua, non la mia. Lui è contagioso, lui che non sa niente, non sa come funziona la fotosintesi, non sa chi sono i Queen, non sa che il bruco un domani diventerà una farfalla, non sa chi è Napoleone e non sa nulla di nulla, non sa e non conosce niente eppure è lui a mettere di buon umore me, una persona adulta. Buffo no? Dovrebbero essere gli adulti, colti, ragionevoli e consapevoli a far ridere una creaturina così piccola, eppure è lui che regala gioia a te.
Quando ridono a garganella poi fanno ridere anche noi, non fanno mica niente di speciale, ridono di gusto, di pancia, d’istinto, ma fanno fare lo stesso anche a noi, ci regalano un momento di leggerezza incredibile e fermatevi un attimo a pensare: quand’è stata l’ultima volta che avete riso così tanto da ritrovarvi le lacrime agli occhi o il mal di pancia?
Si stupiscono, giustamente non conoscono e se gli porti un oggetto nuovo, anche un semplicissimo barattolino per loro è chissà cosa, per noi invece non è nulla, solo un barattolo come tanti, troppi. Eppure loro si stupiscono, ti guardano come dire “Wow, ma cos’è questa cosa meravigliosa?”, e ditemi, quand’è stata l’ultima volta che avete provato stupore? Quello che ti fa aprire la bocca e dire “Oooohh”.
Quando passate del tempo con un bambino, non passatelo cercando di pensare a come occupare quelle ore o quei minuti, come fare a tenerlo impegnato o altro, perché alla fin fine sarà lui a far divertire voi, sarà lui a farvi ridere ed a regalarvi dei momenti leggeri e spensierati, sarà lui a far sorridere di cuore il vostro Peter Pan interiore.
Io sono la prima a guardare un suo video quando sono troppo sotto pressione o quando mi sento affranta o triste, e non lo faccio mica per lui, ma lo faccio per me, perché quella sua risata, quel ricordo di quel momento dona a me quella perfetta energia e voglia di sorridere. Loro sono terapeutici.
Noi diamo le nozioni ai bambini, gli s’insegna tutto, ma loro ci rammentano il periodo più bello, ci portano nel loro mondo, che un tempo è stato anche nostro, dove vedere le bolle di sapone è una cosa meravigliosa ed unica. Gli adulti devono solo imparare dai piccoletti, imparare a divertirsi con poco, a giocare, a guardare le cose coi loro occhi per poter ridere a garganella e stupirsi di nuovo.