L’altro giorno ho preso la Cap ed appena sono salita ho sorriso tra me e me.
Il ricordo degli anni del liceo è stato immediato, mi ha travolta davvero, emotivamente e cerebralmente ed infatti mi sono messa in quello che è stato il “mio” seggiolino per 5 anni, all’andata quasi sempre, al ritorno invece mi toccava stare in piedi almeno fino al Galluzzo poi, forse, mi toccava un posticino.
Quando mi chiedono “torneresti al liceo?” io non ho mai dubbi sulla risposta: assolutamente sì, ci tornerei in questo preciso momento al buon vecchio Liceo Capponi. Non in prima e nemmeno in seconda, perché ancora devi prendere il via, almeno per me è stato così; passi da una scuola di paese al liceo in città, i bus, le fermate, il caos quando piove, i ritardi dati dal traffico, insomma potessi scegliere rifarei la terza, la quarta e la quinta e giuro, ve lo sto dicendo col sorriso.
Ho avuto la fortuna di avere delle persone meravigliose in classe, alcuni di quelli che erano i miei compagni sono davvero belle personalità, ovviamente c’erano anche quelli antipatici e secchioni che non ti facevano copiare nemmeno per sbaglio, quelli del “non ho studiato” ma poi arrivava quel 9 all’interrogazione ed io questa gente non l’ho mai sopportata, sono sincera. Io ero un “bell’aggeggio”, a matematica non c’ho mai capito nulla, a chimica nemmeno ed avevo una professoressa, la Bertoni, che incuteva terrore, ogni tanto la sogno ancora la notte mentre sfoglia la sua agenda rossa per scegliere chi interrogare… Mamma mia! Con quella di Spagnolo non andavo d’accordo perché purtroppo ho sempre avuto il viziaccio di non mordermi la lingua e di non contare fino a 10, forse arrivavo a 4 ma poi dovevo per forza esprimere la mia opinione, c’era poco da fare. Ho letteralmente odiato con tutta me stessa la mia prof di italiano, la Girolami. Quella signora era davvero il mio incubo… No anzi, forse io ero il suo. Non sapeva fare il suo lavoro, per colpa sua sono arrivata ad odiare Dante, me lo sono dovuto rileggere tutto da sola post liceo per capire che era lei il problema, perché Dante ad una come me non poteva non piacere. Mi ricordo che mi dava sempre quel maledetto 6 ai compiti, quel 6 senza nemmeno mezza correzione e non avete idea di quante volte ho discusso con quella donna, finché all’esame la prof d’italiano in commissione era esterna e mi dette 15/15 facendomi i complimenti per il mio modo di scrivere. Andai a sbatterglielo in faccia quel tema da 15/15 con un sorriso (diabolico) e lei finalmente, stette zitta. Quella fu una soddisfazione enorme. Nelle lingue ero forte, a ginnastica insomma, sostanzialmente quando la prof Antonella Nelli (ditelo veloce e diventerà uno scioglilingua!) ci portava agli Assi mi sentivo morire perché dovevo correre in quel campo. Ad arte ero brava e ho adorato filosofia. Mi piaceva tanto la mia classe, non tutta ovviamente, ma quello che era il mio gruppetto, era formato da gente ganza che mi ha regalato ricordi ed esperienze indelebili e sì, se potessi tornerei subitissimo a quegli anni.
Quando sono scesa dalla Cap invece mi sono sentita venir meno e sono tornata alla realtà in quattro e quattrotto perché a Firenze l’aria era a dir poco indecente, un caldo sovrumano e non vedevo l’ora di tornare al mio paesello ma ripensare a quei momenti mi ha fatta sorridere per tutto il viaggio.