Sapete che Settembre al paesello è sinonimo di “vita rionale” e oltre all’aggregazione e alla bellezza di tutto quello che la nostra amatissima Festa dell’Uva ci porta, devo dire che è un mese in cui si convive con tante persone più o meno belle e di conseguenza mi ritrovo ogni volta a fare anche un lavoro su me stessa (con scarsi risultati).
Partendo dal presupposto che lo scopo è uno solo, ovvero fare al meglio delle mie capacità e dare tutto quello che ho per avere un bel risultato, devo ammettere che qualche volta (anzi, spesso) è tutto tranne che facile; sarà che io ho una personalità piuttosto ingombrante o che il mio carattere è un po’ particolare, ma ve lo dico sinceramente e senza tanti fronzoli, io spesso duro molta fatica.
Quando collabori con tante persone mettere d’accordo tanti cervelli è sempre un’impresa, però diciamo che se tutti hanno veramente la stessa dose di passione e d’impegno, ci si può fare.
Il “casino” arriva quando le persone si sentono “prime donne”, quelle che hanno l’ego più alto del Monte Bianco, che chiacchierano rimpinzandoti di parole, idee, ipotesi per poi lasciarle lì a vagare nell’aria senza concretizzare niente di niente. Oppure ci sono quelli che, non sapendo neanche di quello che si sta parlando, decidono di metter bocca, di criticare e addirittura di dirti come avresti dovuto fare una determinata cosa; ecco, questi elementi mi mandano in bestia, mi si tappa la vena e sento una vampata di caldo che mi parte dai piedi e mi arriva fino alla punta dei capelli.
Anche la categoria del “mi prendo la responsabilità ma… qualcuno lo farà”, sono delle persone che mi urtano il sistema nervoso; se io decido di prendere in mano un appalto o una qualsiasi cosa, la porto in fondo, nel bene o nel male, invece no, a tanti piace dire “tranquilli lo faccio io” per poi non alzare un dito. Prendersi anche una piccola responsabilità è sempre un rischio, puoi fare un ottimo lavoro oppure sbagliare alla grande, però ancora nessun dottore ordina di farlo, quindi chi non se la sente, è bene non si prenda nessuna bega.
Io poi odio la disorganizzazione, mi mette angoscia. Ammetto di essere maniacale certe volte, per farvi capire, io mi preparo la colazione la sera prima SEMPRE, però capite bene che in un ambiente dove ci sono mille cose da fare e tante persone, se c’è disorganizzazione regna il caos più totale? E il caos non sempre porta ad un equilibro, spesso porta anche al disfacimento più totale.
Come ho detto prima, sarò particolare io, non lo metto in dubbio, ma quando ci metti tanto impegno e poi ti ritrovi a doverti confrontare con determinati soggetti, a me sale l’istinto omicida e ci provo a lavorare su me stessa però cavolo… Il più delle volte mi risulta difficilissimo mantenere la calma ed il sangue freddo, anzi, a me il sangue mi ribolle, fate voi.
Nonostante ciò ho la grande fortuna di avere accanto a me un’amica speciale che, essendo il mio esatto opposto, ogni volta che intravede una situazione che potrebbe trasformasi in una calamità naturale nel giro di pochi attimi, mi richiama all’ordine quindi, non tutti ma molti di voi, dovreste ringraziare l’Emma. Quando la incrociate, sussurratele un “grazie”, offritele un caffè o un Montenegro (con ghiaccio, mi raccomando!), perché credetemi, vi ha salvato la vita diverse volte.