In queste serate calde spesso mi sono ritrovata a guardare il cielo stellato e devo ammettere che il più delle volte non è stata una cosa rilassante da fare, nel senso, è bellissimo e magicamente riesce ad incantarti e a farti incollare gli occhi su quella tela scura però per il cervello è stancante, o almeno per quanto mi riguarda, perché è impossibile non pensare, i pensieri arrivano a raffica e le sensazioni si accavallano tra di loro e la tua sicurezza cala immediatamente a picco di fronte a tutta quell’immensità.
Parto sempre con pensieri abbastanza banali, guardo le stelle, alcune più luminose di altre, tiro un sospiro, penso al fatto che ho visto veramente poche stelle cadenti perché alla fine per vederle bisogna cogliere l’attimo, come dice Orazio, “Carpe Diem” ed io puntualmente non lo acchiappo mai quell’attimo e non solo nelle stelle eh, in generale proprio. Poi ripenso a qualche anno fa, quando con tutta la mia famiglia andammo all’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese e fu veramente una gran bella esperienza, nonostante siano passati svariati anni mi ricordo perfettamente la sensazione che provai, ovvero quella di sentirmi veramente piccina picciò davanti a tutta quella grandezza, mi piacerebbe rifarlo e vedere se quell’emozione torna a galla oppure prende un’altra piega. Dopo questi pensieri e quel bel ricordo, guardare il cielo mi mette sempre un filo di tristezza accompagnata da una calma quasi armoniosa e allora penso a chi non c’è più, animali, esseri viventi, a tutte quelle catastrofi che hanno devastato famiglie e città intere, a tutte quelle maledette persone che credono di potersi prendere le vite di ragazzini così come se stessero giocando ad un videogioco e allora penso, “e se una stella corrispondesse ad una persona defunta?“ma avendo studiato astronomia so bene che non è così che funziona però dentro di me mi piace pensarla in questo modo e quindi scelgo tra tutta quella miriade di stelline quelle che mi piacciono di più, che attirano subito la mia attenzione insomma e abbino ogni stella tra le prescelte ad ogni persona o animale che ho perso. Lo so, potrà sembrarvi un pensiero stupido ed insensato però quando ho terminato la mia lista mi scappa sempre un sorriso.
Poi puntualmente penso a me stessa, a quella che sono, che ero e che non ero e c’è sempre una gran lotta in questo pensiero, tante cose mi piacciono mentre altre se potessi me le leverei seduta stante e allora cambio stazione del mio cervello per non irritarmi e mi metto quasi sempre a pensare al mio segno zodiacale, a tutti in realtà, a quanto influenzano la nostra vita, il nostro carattere ed i nostri modi di fare. Non prendetemi per pazza, io adoro tutte queste cose un po’ strane ed i segni zodiacali rientrano perfettamente in questa categoria e quando penso a questo mi torna in mente quella serata di Luglio, quando qua al paesello organizzarono proprio la Notte Bianca dedicata alle stelle ed io, nonostante la mia mamma non fosse affatto d’accordo, mi feci leggere le carte astrali seduta su quella scomoda seggiolina di legno in fondo a via Paolieri. Non mi dimenticherò mai le parole di quella ragazza, non mi scorderò mai nemmeno la sensazione che ho avuto, non so se mi abbia detto la verità oppure baggianate varie però posso solo dire che per quello che mi riguarda c’ha azzeccato in pieno.
Dopodiché quasi sempre mi accendo una sigarettina, me la fumo con calma, mi piace guardare come si muove e come volteggia il fumo, fa dei movimenti strani ma allo stesso tempo mistici e bellissimi, una volta terminata la spengo, mando un ultimo sguardo a quelle stelle che avevo scelto e che mi piacevano di più, faccio un timido sorriso, chiudo le persiane della mia finestra, faccio un grande sospiro ed inizio a canticchiare quel capolavoro di canzone di Edoardo Bennato che dice “…Seconda stella a destra, questo è il cammino… E poi dritto fino al mattino…”