Quando quel “qualcuno” pensò bene di creare la specie umana, avrebbe dovuto posizionare da qualche parte un piccolo tasto di spegnimento, il famoso “Off” per il cervello. Ora, è vero che al giorno d’oggi sembra che quella tanto studiata pappina grigia di molte persone sia già preimpostata su quella modalità non funzionante però, per quelle povere creature pensanti che fanno frullare i loro pensieri all’impazzata come me, credo proprio che quel piccolo tasto avrebbe fatto veramente molto comodo.
Dico questo perché, come è certamente capitato a tutti svariate volte, l’altra sera proprio non riuscivo a prendere sonno, addormentarsi sembrava più complicato che scalare l’Everest con le Superga, eppure mi ero guardata un bel filmino, mi ero messa il mio pigiamone, infiniti sbadigli fatti, i peluches erano al loro posto, io ero tranquilla, ho spento tutte le mie candeline profumate, mi sono infilata sotto le coperte del mio lettone convinta che di lì a breve sarei corsa nel mondo dei sogni e invece… Nisba (come si dice dalle mie parti), nulla di nulla!
Quando vuoi addormentarti ma non ci riesci è una sensazione che sta tra il buffo e l’irritante; è buffa perché ti senti fisicamente e mentalmente stanco ma nonostante ciò c’è comunque un qualcosa di poco definito che non ti fa dormire e poi beh, è irritante perché è un po’ un dato di fatto, sei lì sdraiato che ti giri e ti rigiri tra quelle lenzuola, cerchi invano la posizione giusta, ti muovi, poi c’è quel malefico ronzio della zanzara assassina (perché ahimé son tornate!), passa una macchina per la strada che ti distrae, ti giri nuovamente, ricambi posizione, provi a contare le pecore, il cuscino non si adatta alla forma della tua testa, sei in dubbio se alzarti perché forse ti scappa la pipì ma ti fa una gran fatica e quindi è normale che subentri uno stato di completa smania snervante seguita dalla lamentela per eccellenza: “Oioi… Ma perché non mi addormento?!” con un immancabile sbuffo spazientito.
La cosa che mi fa in un certo senso “divertire” è che quando appunto non riusciamo a prender sonno, affluiscono nel nostro cervello i pensieri più arruffati, dal più banale come per esempio cosa comprare domani alla Coop, al più filosofico e complesso che sia il senso della vita o tutte quelle domande che fungono spesso da autocritica e da impiccagione del proprio ego.
In quel momento, sovrastato dal senso d’irrequietezza, tutti i suoni sembrano amplificati, dallo scricchiolio di un antico mobile in legno al rumorino del frigo, poi torna il silenzio che regna sovrano nella casa e nella camera ed invece nel tuo cervellino c’è tutto tranne che la quiete, bensì c’è un vero e proprio festino di pensieri che hanno pensato bene di accendere il volume delle casse al massimo e se ne stanno lì a ballare in modo sfrenato senza concederti un minimo di tregua da quel continuo baccano. Tu che fai? Eh, ti giri e ti rigiri di nuovo tra quelle lenzuola che ti sembrano meno morbide ed accoglienti, parte un pensiero che fa il suo bel giretto nel tuo cervellino e poi ecco che viene bruscamente interrotto da un altro ma mannaggia, ne arriva uno nuovo che si scozza e s’intreccia col precedente, poi spunta una domanda che ovviamente necessita di una risposta e così dicendo ripartono altri mille pensieri.
Ad un certo punto apri gli occhi, guardi il soffitto con uno sguardo piuttosto satanico chiedendoti per quale oscuro motivo non riesci a dormire e “uffa” è l’unica parolina che ti viene voglia di dire mentre nel frattempo il tuo cervellino si prende gioco di te sghignazzando alla tue spalle e allora ti arrendi, fai svolazzare la bandierina bianca, fai un respiro profondo tentando di smettere di contrastare tutta quella masnada di pensieri snervanti, non li ascolti più e li lasci semplicemente scorrere come quando si apre il rubinetto dell’acqua e poi inconsapevolmente li allontani, senti come un lieve eco, sono sempre più distanti e non riesci più ad afferrarli tutti, senti che il corpo si sta rilassando, il cuscino diventa improvvisamente il più comodo del mondo, le palpebre si fanno pesantissime, vorresti sorridere ma non ce la fai e quindi ti lasci beatamente portare nel bellissimo mondo dei sogni; cade il silenzio, il respiro ed i battiti del cuore rallentano e finalmente il tuo cervello è entrato in modalità “Off”.