“La cosa migliore che possiamo fare è ballare.”
“E se ci prendono per pazzi. Signor Coniglio?”
“Lei conosce saggi felici?”
“Ha ragione, balliamo!”
(Lewis Carroll)
Già da un po’ di tempo aleggiava nella mia testolina strampalata un pensiero altrettanto strano e, leggendo questo dialogo tratto dal capolavoro di “Alice nel paese delle meraviglie, devo dire che il buon vecchio Lewis Carroll me ne ha data la sempre gradita conferma.
Curiosi? Si o no tanto lo sapete, ve lo dirò lo stesso.
Ho scoperto che quando una persona ha il cervello sovraccaricato di pensieri, pesanti o meno, la miglior cosa per permettergli di staccare la spina e prendere una rigenerante boccata d’aria, è proprio quello di immergersi in una situazione di caos.
Non suona molto bene detto così, sembra quasi una cosa brutta, una sorta di “evasione” dai problemi, ma non lo è, perché nell’esatto momento in cui la confusione sovrasta i mille pensieri, ecco che il cervello rallenta la presa fino a staccare temporaneamente la spina e congelare tutto quanto. Non è certo una situazione all’ordine del giorno però ogni tanto a mio parere fa bene, ti concede quella tanto attesa tregua dalle solite ansie, paranoie e noie quotidiane e dai troppi pensieri e problemi che regnano sovrani nei nostri cervellini che spesso e volentieri si ritrovano sommersi e stressati all’ennesima potenza.
Ormai, l’idea di “vita” di questo millennio, è sempre di corsa e raramente ci regala quella calma piatta e quella pacatezza di cui alle volte sentiamo la mancanza, per questo credo che un “reset” ogni tanto faccia comodo, un po’ come se fosse una valvola di sfogo.
Cosa fa esattamente una situazione caotica? Mah, difficile da spiegare… Credo che sia la somma di tante cose messe insieme come odori, suoni, luci, contrasti eccessivi che riescono ad esaltare i nostri sensi abbassando i pensieri, creando una forza che sovrasta il macchinoso lavoro celebrale e che sgomitando si fa spazio tra i nostri nervi tesi schiacciandoli in un angolino lasciandoli lì, zitti e fermi senza farli nemmeno fiatare.
Questa forza credo sia soggettiva e diversa per ognuno di noi ma invito chiunque a non tirarsi mai indietro quando se ne sente la presenza, abbracciatela, usatela e ballate insieme a lei, godetevela perché avrà una durata limitata e quando si affievolirà i pensieri che aveva rinchiuso in quell’angolino buio piano piano torneranno a far capolino, prima in punta di piedi per tastare il terreno e poi arriveranno a corsa.
Questa forza di cui vi sto parlando credo sia una cugina (alla lontana magari) della follia, grande caratteristica che possediamo e che ci dà quel “tocco in più” che ci contraddistingue e che fa uscire tutte le insicurezze e le paure trasformandole in un qualcosa di più piacevole e leggero, sennò pensate che noia se fossimo sempre tutti ligi al proprio dovere all’insegna della perfezione… Mamma mia, mi vengono già i brividi!
La follia, quella forza che mette in silenzio tutti i nostri urli celebrali, va conosciuta ed amata, quindi ridete insieme a lei, brindate in sua compagnia e sentitevi leggeri e liberi in sua presenza e come c’insegna il geniale Lewis Carroll, ballate insieme a lei.
Detto questo, andiamo a ballare insieme al Signor Coniglio? Io vado, e voi?