Ieri tutto il mondo ha sorriso con la “Festa della Mamma”, una ricorrenza che, come quella della donna o del Papà, andrebbe celebrata ogni giorno.
Il sentimento per una mamma è una “cosa” talmente indescrivibile che non riesco a trovare nemmeno un vago aggettivo che possa andare di pari passo a questa figura, perché anche se il padre fa il suo lavoro, senza nulla togliere ai maschietti eh, figuriamoci, però siamo tutti d’accordo sul fatto che è la pancia della mamma che ci tiene per 9 lunghissimi mesi tutti raggomitolati ed attaccati al suo cordone ombelicale, è lei quella che affronta i tremendi sbalzi d’umore, le voglie più stravaganti e che affronta le pene dell’inferno per darci alla luce, sopportando un dolore che credo sia imparagonabile.
Quindi è inevitabile dire che è un sentimento stracolmo di emozioni, intrinseco d’amore puro, inzuppato in un lago di pazienza e facciamo anche un po’ di “scarpetta” con una leggera dose di dolcezza. A tutto ciò però ci dobbiamo aggiungere anche una lieve spruzzatina d’incomprensioni e di arrabbiature varie e poi mescoliamo il tutto con un pochino di nervosismo ed isteria.
Eh sì, perché quando si è piccoli la mamma è quell’essere che ti difende in tutto e per tutto, ti protegge, ti cura, ha mille occhi e cento braccia solo per te, ucciderebbe il più temibile dei draghi per te e scalerebbe il Machu Picchu senza imbracatura anche solo per farti sorridere.
Poi si entra nel periodo dell’adolescenza, un momento critico per ogni ragazzo/a ed è la mamma che ne subisce un po’ le conseguenze, perché da una parte si cerca di creare la propria indipendenza e ci si sente erroneamente pronti per vivere con le proprie gambe, dall’altra parte invece si fatica ad accettare che quelle “guanciotte” che un tempo (che pare ieri l’altro!) erano paffutelle e da morsi adesso profumino di Fard, si conosce l’ansia dell’aspettare svegli il tardo rientro del sabato sera, dei diverbi sugli interessi differenti, gli inevitabili battibecchi scolastici, gli scontri sulle amicizie, sulle decisioni sbagliate o su qualche atteggiamento sgarbato. Questo periodo è un continuo alternarsi di schiaffi ed abbracci, è un altalena che gira a tutta velocità e probabilmente l’amore per la propria mamma scivola inconsciamente in secondo piano, anche se sarà sempre lei la prima a portarti un fazzoletto quando stai piangendo e ad abbracciarti facendoti tuffare in quell’odore unico ed inconfondibile, l’odore della mamma.
Passati questi anni burrascosi di alti e bassi si cresce, si continua a studiare oppure si lavora ed i rapporti tornano a navigare in acque serene e più o meno limpide, tanto che trascorrere un pomeriggio in compagnia della mamma può risultare piacevolmente gradito.
Gli anni vanno avanti, le mentalità cambiano, noi diventiamo sempre più alti mentre loro rimpiccioliscono un pochino, spuntano sulle loro chiome fluenti alcuni capelli bianchi accompagnati da qualche timida rughetta (da coprire subito col miglior Fondotinta!) e ti rendi conto che lei è quella creatura che sarà con te in tutto e per tutto, qualsiasi cammino tu scelga di intraprendere, ti amerà incondizionatamente dai tuoi cambiamenti, la sua tavola sarà sempre apparecchiata e la sua porta sempre spalancata e ovunque tu scelga di andare, lei ti accompagnerà passo dopo passo tenendoti a braccetto.
Tirando le fila possiamo dire che da bambini pronunciamo la parola “MAMMA” almeno un miliardo di volte al giorno, poi la diciamo ugualmente ma aggiungiamo qualcosa, quindi chiediamo “Mamma, posso?”, dopodiché arriva il periodo conflittuale e quindi la frase diventa “Mamma ma non rompere!”(per essere educati!), poi ecco che si vorrebbe ritornare all’inizio ed infatti diciamo “Mamma posso venire a pranzo da te? Mamma mi accompagni qui?” e questo a parer mio è il periodo più bello. Vado avanti? Eh, poi arriverà per forza la frase “Mamma, non te ne andare…” ed infine urleremo “Rivoglio la mia mamma”.
Frasi diversissime tra di loro ma che hanno in comune la parola più indelebile della nostra vita e nonostante tutto e tutti lei rimarrà ai tuoi occhi la donna più bella del mondo, col suo unico odore e che avrà sempre quell’indomabile forza di scalare ogni giorno il Machu Picchu per te, sempre senza imbracatura.