Ciao caro diario virtuale e ciao a tutti voi.
In questo pomeriggio di Febbraio contornato da un cielo pressoché grigiastro, ho deciso di farmi un tè al Ginseng. Personalmente non rientra nella mia “top 10 dei tè” però, visto che ha più di mille e una proprietà benefiche e addirittura curative, ho pensato di provare a farci almeno amicizia.
Stamattina mi sono alzata canticchiando una filastrocca che probabilmente è stata un tormentone nell’infanzia di tutti; sto parlando del famoso “Whiskey ragnetto”, la conoscete?
Whisky ragnetto che sale la montagna
la pioggia lo bagna
e Whisky cade giù, giù, giù!
Ma ecco esce il sole
e Whisky si è asciugato
risale la montagna e va sempre più su, su, su!
Immagino che vi sia scappato anche a voi un ingenuo e quasi malinconico sorrisetto in memoria dei vecchi tempi!
Tutti sappiamo che è una filastrocca per bambini ma ad un certo punto, mentre la cantavo come se fossi una partecipante dello Zecchino d’oro, il mio cervellino contorto mi ha posto una domanda:”Ma se Whiskey ragnetto rappresentasse ognuno di noi?” Ecco il mio quesito giornaliero. Pensiamoci.
La montagna che Whiskey decide di scalare potrebbe essere intesa in miliardi di modi; potrebbe rappresentare una scalinata lavorativa, o una strada sentimentale, o una malattia da sconfiggere, un percorso sportivo, oppure potrebbe essere intesa anche come se fosse il tortuoso sentiero della vita.
Facendo poi un ragionamento leggermente più ampio ho immaginato i tantissimi tipi di montagne che ho studiato a scienze e alla fine ho concordato (con me stessa, ovviamente) che sì, Whiskey ha tutte le carte in regola per rappresentare ognuno di noi e la montagna non è altro che una qualsiasi cosa che dobbiamo affrontare.
Alcune montagne sono così tortuose e consumate dalle intemperie che hanno scarse possibilità di essere scalate e coloro che ci hanno provato ahimè, in molti non hanno compiuto il loro viaggio di ritorno.
Altre montagne invece hanno degli inverni così arroganti che se non si è ben attrezzati non si arriva nemmeno a metà scalata. Per fortuna però, ce ne sono alcune che anche se sono piuttosto complesse, hanno dei fantastici “passaggi segreti” (ma visibili solo per gli occhietti vispi!) e dei versanti sui quali batte un bel solicino e queste due cose rendono il percorso più gradevole, soprattutto se durante il cammino abbiamo la fortuna d’incontrare qualche saggio montanaro che ci regala quelle poche, ma essenziali, dritte che ci danno una bella spinta per andare avanti.
Poi ci sono alcuni di noi, quindi alcuni “Whiskey”, che tagliano la testa al toro e dalla base della loro montagna prendono direttamente la funivia per arrivare in cima e senza dubbio si risparmiano tanta fatica, tanti lividi e svariate abrasioni alle ginocchia ma probabilmente si sono persi la magnificenza di tanti spettacolari tramonti.
Questo per dirvi una cosa banale ma di questi tempi è sempre bene tenerla a mente, come Whiskey si bagna e cade, lo stesso succede a noi, alcune volte cadiamo nel fango, altre addirittura ci facciamo male ma poi il Sole lo aiuta a rialzarsi e lo invoglia a ripartire per il suo piccolo viaggio e così deve essere anche per ognuno di noi. Se ce la fa un piccolo ed indifeso ragnetto, figuriamoci se non ce la possiamo fare noi, creature grandi, grosse, vaccinate e per di più dotate d’intelletto (qui si apre una parentesi infinita, lo so, non tutti ne sono dotati!), quindi forza e coraggio, mettiamoci le ginocchiere, prepariamo uno zaino attrezzatissimo di corda, piccone, panini, un bel thermos che non guasta mai e portiamo anche tanti cerotti.
Ho finito il mio tè e purtroppo non sono soddisfatta, non possiamo ancora essere amici caro Ginseng ma ci possiamo lavorare.
Vi auguro di trovare la montagna giusta per voi, comprate le scarpe comode e organizzatevi al meglio perché la scalata non sarà facile; ma quando arriverete in cima e vi siederete sul cucuzzolo per riprendere fiato, vedrete il panorama più bello di tutto il mondo e vi ripagherà delle tante fatiche.
La mia montagna? Mah, o i miei occhiali sono appannati, oppure ancora c’è tanta nebbia ma sono fiduciosa; lo dice anche Giosuè Carducci “ La nebbia a gl’irti colli piovigginando sale” e se la foschia sale la visibilità migliora.
Buona scalata.